Schellino si schiera con Bezzon, il comandante dei vigili di Torino, che ieri a La Stampa ha rilasciato delle dichiarazioni che lasciano increduli.
Innanzitutto il corpo di Polizia Locale sarebbe bene facesse il proprio mestiere che non riguarda l’ordine pubblico e neanche i servizi sociali.
Le politiche sociali delle Comune di Torino, sono da tempo insufficienti, da quando a Torino è stata eletta Appendino le cose sono peggiorate, da quando c’è la “problem solver” Schellino alle politiche sociali le cose, sembra impossibile, ma si sono ulteriormente aggravate.
Abbiamo ampiamente documentato l’inspiegabile gestione proprio dell’emergenza freddo dell’anno scorso. Gestione che causò una protesta davanti al comune, poi risolta dalla Prefettura, che durò circa 10 giorni.
Abbiamo documentato lo sgombero di via Germagnano: alle famiglie sono state date per lo più somme pari a 400 euro a famiglia erogate da Compagnia di S. Paolo quando il comune ha avuto in disponibilità 387 milioni di euro di fondi strutturali europei per le politiche sociali e di inclusione anche delle etnie nomadi, come risulta da questo documento ufficiale dell’UE che quantifica le somme stanziate dall’Europa nel sestennio 2014-2020 e di cui le città metropolitane hanno beneficiato (PON Metro).
E questi sono semplicemente due esempi.
Essere senza dimora non è una scelta, in generale chiunque non sceglierebbe volontariamente quella vita a meno di problemi di grave disadattamento sociale.
Diverso è poi come cercare di sopravvivere in quelle condizioni.
L’anno scorso la struttura per l’emergenza freddo è stata collocata in piazza d’Armi, quest’anno in via Traves: posto isolato difficilmente raggiungibile e pericoloso per le persone, soprattutto per le donne: non dimentichiamo che le persone senza dimora, proprio per la loro condizione, sono più esposte a violenze e soprusi.
I dormitori, ora qualcuno li chiama co-housing sociali, sono dei gironi infernali.
Le persone senza dimora se riescono a sopravvivere benché in estrema precarietà, è proprio perché riescono a trovare un qualche equilibrio anche in una situazione letteralmente infernale.
Non parliamo di emarginazione, ma di vera e propria esclusione sociale.
“Se i clochard per una settimana non beccassero un euro, arriverebbero a cercare noi vigili”
La soluzione del Bezzon è affamare le persone in modo che, disperate, chiedano aiuto alla polizia locale, la quale non ha alcun addestramento né competenza nel gestire situazioni che sono sempre estremamente delicate.
Queste dichiarazioni hanno l’alto profilo istituzionale che devono mantenere gli uomini dello Stato e delle Amministrazioni? E’ opportuno che ci si lasci andare a diffondere pubblicamente quelle che da più parti vengono definite opinioni personali?
Del resto è chiaro e ampiamente acclarato che le competenze della polizia locale sono di ben altro tipo e che l’addestramento è conforme ai compiti che dovrebbe svolgere.
Sta di fatto che le persone senza dimora non sembrano – sarà un caso? – fidarsi dei vigili, mentre si fidano delle associazioni che cercano di assisterli mettendo un cerotto immancabilmente molto più piccolo della ferita, ferita che dovrebbe essere presa in carico dallo Stato con persone formate, preparate, e fornite di adeguate risorse per affrontare tragedie personali come la perdita di una collocazione sociale e il dolore che ne deriva.
Il fatto che esista il volontariato, il cosiddetto terzo settore, è la sconfitta di uno Stato (quindi di uomini dello Stato) assente, incapace di farsi carico delle proprie responsabilità.
Mentre ai senza dimora possiamo scegliere se dare o no i nostri soldi, non possiamo scegliere se decurtare o no delle nostre imposte versate gli stipendi di determinate persone, che secondo esponenti Dem, ma non solo, si dovrebbero dimettere .