Il Senato dovrebbe garantire l’accessibilità ai servizi e alla giustizia al prossimo voto della proposta di legge
Il senato del Messico dovrebbe garantire protezione alle donne disabili vittime di violenza, come sostiene un coordinamento di associazioni per i diritti umani. Il senato dovrebbe esprimere prossimamente un voto in merito alle modifiche alla Legge Generale sull’Accesso delle Donne a una Vita Priva di Violenza. La prima bozza della legge, approvata dalla Camera dei deputati nel dicembre 2020, non includeva le misure necessarie a estendere le tutele alle donne disabili.
“Il senato del Messico ha la possibilità di chiarire il proprio impegno a garantire pari tutele alle donne disabili sopravvissute alle violenze”, afferma Maryangel Garcia Ramos Guadiana dell’associazione Mexicanas con Discapacidad (Donne messicane con disabilità). “Dovrebbe votare a favore delle modifiche che garantiscono l’accesso a tutele, giustizia e servizi per tutte le donne, senza alcuna distinzione”.
Il 5 febbraio 2021, il coordinamento ha suggerito delle modifiche alla legge al senatore Malú Micher, presidente della Commissione per la Parità di Genere al Senato. Le modifiche sono volte a:
- sollecitare l’inclusione nella proposta di legge di disposizioni che accolgano le donne disabili;
- fornire principi guida per affrontare la discriminazione intersezionale (ovvero la discriminazione basata su più caratteristiche personali;
- fornire misure per garantire che le donne disabili possano fuggire dai loro aggressori;
- richiedere ai Justice Centers for Women di fornire strumenti di comunicazione accessibili alle donne che ne hanno bisogno.
I gruppi coinvolti sono: Human Rights Watch, Centro Interdisciplinario de Derechos, Infancia y Parentalidad (Centro Interdisciplinare per Diritti, Infanzia e Genitorialità), Equis: Justicia para las Mujeres (Giustizia per le Donne), Documenta; Mexicanas con Discapacidad (Donne messicane con disabilità); Instituto Mexicano de Sexualidad en la Discapacidad (Istituto Messicano di Sessualità nella Disabilità); Fundación para la Inclusión y Desarrollo de Personas con Discapacidad, A.C. (Fondazione per l’Inclusione e lo Sviluppo delle Persone con Disabilità), Yo También A.C. (Anch’io A.C.).
Le ricerche di Human Rights Watch e altre organizzazioni hanno rilevato che la maggior parte dei centri di accoglienza e di altri servizi per le persone sopravvissute a violenza sono inaccessibili a chi è affetto da disabilità. Secondo uno studio ufficiale del National Institute for Women, l’80% dei centri antiviolenza domestica non è completamente accessibile per le donne disabili. I centri in Messico includono 44 Justice Centers per le donne, che forniscono servizi aggiuntivi. In un report del giugno 2020 Human Rights Watch spiega che molti di questi centri non sono accessibili.
Al momento non sono previsti requisiti legali specifici di accessibilità per i Justice Centers o altri centri di accoglienza. I gruppi sostengono che le modifiche alla Legge generale sull’accesso delle donne a una vita priva di violenza rappresentano una modalità per cambiare la situazione.
“Il governo messicano tramite i media promuove il messaggio ‘Non siete sole’ per cercare di rassicurare le donne vittime di violenza che possono ricevere l’aiuto di cui hanno bisogno”, afferma Katia D´Artigues, fondatrice di Yo También, un’organizzazione che promuove i diritti delle persone disabili. “Eppure alle donne disabili questa frase suona vuota perché la maggior parte dei servizi è inaccessibile”.
“Accessibilità significa molto di più di una rampa all’entrata di un centro”, ha detto Carlos Rios Espinosa, ricercatore esperto e attivista per i diritti dei disabili a Human Rights Watch. “Le donne disabili, comprese quelle che hanno bisogno di assistenza nelle attività essenziali, dovrebbero avere le stesse possibilità di accesso ai centri e alle tutele. In alcuni casi ciò significa che i centri dovrebbero dare supporto a queste persone per metterle in condizione di lasciare il proprio aggressore”.
Le ricerche di Human Rights Watch hanno rivelato che nel 2019 e nel 2020 le donne disabili potrebbero essere rimaste intrappolate in situazioni violente perché hanno dovuto affidarsi ai loro aggressori per ricevere sostegno con le spese e le faccende quotidiane personali e domestiche.
“Le donne disabili che sopravvivono alle violenze possono trovarsi ad affrontare gravi ostacoli ai servizi e alla giustizia per via dell’inaccessibilità delle informazioni e della comunicazione”, ha dichiarato Yereli Rolander del Centro Interdisciplinario de Derechos, Infancia y Parentalidad.
Rolander ha sviluppato App Morada, la prima applicazione per cellulari destinata alle donne disabili vittime di violenza in Messico, che permette loro di avere informazioni sui servizi in formati accessibili.
Le modifiche proposte garantirebbero inoltre l’accessibilità al sistema giudiziario penale, che al momento è gravemente sottosviluppato o addirittura assente in molti stati del Messico. Secondo un report di Equis: Justicia para las Mujeres del 2015, un’associazione popolare per i diritti delle donne, la maggior parte degli stati messicani non è in grado di dare una formazione specifica agli ufficiali giudiziari in materia di diritti delle persone disabili. Solo 9 dei 32 stati offrono una sorta di formazione ma, anche negli stati che se ne occupano, non si tratta di una formazione approfondita. Per esempio, nel 2015 la formazione a Città del Messico prevedeva appena 12 ore all’anno.
“Il governo messicano non riesce a garantire l’accesso alla giustizia a molte donne in Messico, e ha escluso completamente le donne disabili in tanti modi”, afferma Fátima Gamboa, co-direttrice di Equis. “Le modifiche proposte garantirebbero accomodamenti procedurali alle donne disabili, affinché abbiano le stesse possibilità di partecipare a indagini, udienze, processi e altre fasi fondamentali per avere accesso alla giustizia”.
Le donne disabili possono anche subire discriminazioni da parte di polizia, investigatori o altri pubblici ufficiali.
“Gli ufficiali giudiziari spesso mettono in discussione la capacità delle donne disabili di prendere decisioni o parlare in modo chiaro delle violenze subite, impedendo loro persino di sporgere denuncia”, afferma Diana Sheinbaum, responsabile del Disability Rights Program di Documenta. “La proposta di legge può cambiare questa situazione chiarendo bene l’obbligo delle forze dell’ordine di garantire alle donne disabili il medesimo accesso alla giustizia di qualsiasi altra donna”.
Traduzione dall’inglese di Cinzia Simona Minniti. Revisione di Thomas Schmid