La recente sentenza n.30/21 del Tribunale Superiore delle Acque (TSA) ha definitivamente ed inappellabilmente cassato i ricorsi presentati dal gruppo Egea tramite la consociata Aeta (Tecnoedil, Alpi Acque ed Alse) contro la gestione pubblica dell’acqua in provincia di Cuneo. Il Comitato Cuneese Acqua Bene Comune esulta per questo risultato per il quale si è speso in questi anni e si complimenta con la presidente Bruna Sibille, il suo successore Mauro Calderoni, il direttore Giuseppe Giuliano e la struttura tutta di Egato4 Cuneese. La loro competenza e determinazione politica ed amministrativa ha permesso il raggiungimento di questo risultato eccezionale. La sentenza respinge tutti i motivi proposti dalla ricorrente contro la delibera del 2017 che negava la proroga gestionale di Aeta e contro le delibere del 2019 con le quali si erano adottati la forma gestionale interamente pubblica e unitaria per tutto il territorio provinciale, l’affidamento a Cogesi e gli adempimenti necessari al subentro del nuovo gestore.
Una sentenza che non solo ha dimostrato la pretestuosità e l’infondatezza dei ricorsi, ma che ha anche fornito importanti indicazioni per il futuro. Conferma infatti che i rimanenti ricorsi pendenti di 21 comuni con capofila Canale e 7 comuni con capofila Cavallerleone nonché quelli presentati singolarmente da Tecnoedil, non sono andati a sentenza contemporanea per una mera valutazione di opportunità giuridica volta a non creare confusione. Definendoli però “simili” sembra preconizzarne per essi una ugual sorte. Rileva anche che “il movimento d’opinione in Consiglio Regionale verso altre scelte mai concretizzatesi” non solleva in alcun modo i comuni ricorrenti dall’obbligo di conformarsi alla gestione unica provinciale, tanto che i comuni della provincia di Cuneo sono obbligatoriamente “tenuti alla partecipazione all’Egato4 ed al suo gestore unico”. Mentre il “controllo analogo” su Cogesi è sufficientemente esercitato da Egato4 stesso. Termina infine con l’affermazione che nella legislazione italiana l’affidamento “pubblico in house” non è affatto considerato un’eccezione bensì un metodo ordinario di gestione dei servizi.
Purtroppo l’incertezza, appositamente creata, dovuta alla pendenza dei ricorsi, ha prodotto l’infausto esito per i cittadini di rallentare significativamente il subentro di Cogesi ad Aeta. Nei quasi due anni trascorsi dall’affidamento e nell’ulteriore anno che probabilmente servirà per arrivare alla piena operatività, i gestori Tecnoedil ed Alpi Acque hanno incamerato diversi milioni di utili, spesso sottratti al Fondo Nuovi Investimenti (FONI), che sono andati in distribuzione come dividendi o in fondi distribuibili ai soci, quindi per un buon 50% ad Egea. Nello stesso periodo invece le principali aziende pubbliche, già presenti sul territorio (come Acda), hanno assegnato questi utili al FONI, destinandoli quindi per la realizzazione delle nuove opere necessarie. Questo ad oggi è l’unico modo di calmierare le tariffe, per altro profondamente ingiuste per l’incidenza lineare che hanno sul numero di componenti della famiglia (+ componenti=+consumo) slegato dalla capacità contributiva del nucleo (= ricchezza). Sempre nello stesso periodo i comuni gestiti da Aeta rischiano di perdere ingenti contributi statali per gli acquedotti a causa della indisponibilità delle aziende a cofinanziarli.
In questi due anni il Comitato ABC ha mantenuto una costante interlocuzione sia con i vertici di Egato4 che di Cogesi e non ha mai mancato di sollecitare la velocizzazione dei tempi del subentro. Ora che l’incertezza si è praticamente del tutto disciolta, accentuerà la sua pressione su Cogesi perché si doti rapidamente delle funzioni, del personale e delle conoscenze che le sono necessarie per svolgere adeguatamente il ruolo di gestore unico che le è stato affidato. Contemporaneamente provvederà a ripristinare l’interlocuzione con Acda, Sisi, Calso e tutte le altre consociate pubbliche affinché collaborino mettendo efficacemente a disposizione di Cogesi personale, conoscenze e mezzi, evitando che qualsiasi ritrosia dovuta alla coltivazione del potere particolare possa conflìggere con il bene comune dei cittadini.
Tutti i sindaci, che sono gli unici soci di queste aziende, hanno il compito di esercitare il loro potere di indirizzo e controllo secondo quanto gli hanno riconosciuto i cittadini con il loro voto.
Cari cittadini, il vostro interesse manifestato negli anni, la vostra partecipazione alle iniziative organizzate dal Comitato, il vostro sostegno mai venuto meno, è stato premiato con questa importanze sentenza. Brindiamo perciò insieme oggi ma, da domani, vigilate ed esigete coerenza dai vostri amministratori.
Comitato Cuneese Acqua Bene Comune