Da molti giorni i lavoratori della Texprint di Prato sono in sciopero.
Da tempo denunciano lo sfruttamento illegale dei lavoratori, costretti a lavorare 12 ore per 7 giorni con contratti di apprendistato falsi.
Da 60 giorni i dipendenti Texprint protestano denunciando infiltrazioni mafiose nell’azienda dove lavorano.
In particolare viene denunciato l’intreccio tra Texprint, i clan della ‘ndrangheta, e la figura di Zhang Yu Sang (detto Valerio), arrestato in luglio dalla DDA di Milano insieme a membri del clan Greco con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale aggravata dal metodo mafioso e dalla disponibilità di armi, autoriciclaggio, intestazione fittizia di beni e bancarotta.
Due giorni fa, dopo la notizia dell’interdizione per mafia dell’azienda, coinvolta ora in una inchiesta per la partecipazione irregolare in appalti e bandi pubblici, la polizia è intervenuta pesantemente più volte su questi lavoratori che stanno chiedendo legalità e rispetto dei diritti.
Molti gli operai feriti, anche gravemente, e portati via in ambulanza.
La violenza delle forze dell’ordine sui lavoratori è stata inaudita.
C’è da chiedersi poi in difesa di chi o di cosa, forse di una proprietà ora interdetta dagli appalti pubblici e in odore di mafia?
I reparti antisommossa sono intervenuti per tre volte per sgomberare i lavoratori in presidio permanente davanti ai cancelli della Texprint.
Le immagini testimoniano un utilizzo vergognoso della violenza contro i lavoratori.
A seguito delle violenze della polizia, due operai sono stati trasportati in gravi condizioni al pronto soccorso.
Uno dei lavoratori ha perso coscienza dopo aver ricevuto un pugno in testa da un agente. Molti i feriti più lievi per via dei colpi ricevuti dalla polizia che ha anche trascinato gli scioperanti sull’asfalto per metri.
Chiesta dai lavoratori la ferma condanna da parte di politica e istituzioni sull’operato della Questura.
Condanna dell’operato di polizia e solidarietà ai lavoratori che finora non sono arrivate, né dalla politica e tantomeno dalle istituzioni.
La vertenza TEXPRINT, denunciano inoltre i lavoratori, ha scoperchiato un vaso di Pandora. Il distretto tessile pratese da almeno due decenni è territorio di illegalità e sfruttamento.
I lavoratori che denunciano questa condizione di totale illegalità, si ritrovano invece a essere trattati come pericolosi criminali.
“Non è difficile immaginare che, dopo oggi, una azienda già sprezzante delle leggi e dei diritti (l’ispettorato ha rilevato uso di manodopera a nero anche durante il corso dello sciopero) si senta ancora più “tutelata” da chi, in teoria, dovrebbe contrastare sfruttamento e criminalità organizzata. Oggi si è scritta una pagina buia sui diritti e nella dignità del lavoro sul nostro territorio.” – Ha dichiarato SI Cobas subito dopo questi bruttissimi fatti – “Lo sciopero continua insieme al presidio permanente ai cancelli. In questi giorni invece annuncia SI Cobas di Prato, inizieranno le iniziative sindacali di protesta ai negozi dei marchi della moda che in questi anni si sono servite della Texprint come terzista.
Anche loro, che hanno goduto di tariffe “competitive” garantite dallo sfruttamento, sono responsabili di questa realtà. La campagna di denuncia inizierà dai punti vendita del marchio DIXIE.” conclude nelle sue dichiarazioni la rappresentanza SI Cobas Prato.
Nel video le immagini delle violenze operate dalla polizia sui lavoratori in sciopero della Texprint.