Il titolo del libro, a ri/fletterci, già fa venire qualche brivido. Le terre rare: l’oro del XXI secolo.
“E il nucleare no, i fossili no, e adesso nemmeno le rinnovabili…”
In questo testo Giovanni Brussato si è concentrato sul problema di come vengono reperite e utilizzate le risorse utilizzate per i materiali, sempre più di largo consumo, difficilmente rinnovabili. Sono risorse utili per le nuove tecnologie energetiche che “dovrebbero” venire incontro sul tema delle emissioni inquinanti; siamo sicuri che ne vengano incontro oppure saranno un processo per altri problemi?
Quale rapporto esiste tra la questione delle estrazioni delle “terre rare” e l’impatto energetico?
Nel libro viene evidenziato il paradosso della insostenibilità dei due temi: l’aumento delle estrazioni, che già si per sé produce maggiore inquinamento, e l’ulteriore fabbisogno energetico.
Probabile non ci siano soluzioni semplici al caso e l’autore non ne propone.
Il sistema minerario ha già, di per sé, delle criticità, riguardanti l’estrattività, la raffinazione e il processo di smaltimento delle scorie per un crescente consumo energetico.
E’ un processo inquinante sia per l’energia utilizzata, di norma la fossile, sia per le polveri dovute alla frantumazione. Il processo prevede anche il método della lisciviazione, operazione che serve per separare uno, o più, componenti tramite prodotti chimici, la quale produce liquami di spurgo che spesso vengono direttamente scaricati nell’ambiente o sono accumulati in invasi precari.
Il libro è concentrato sui problemi del reperimento e dell’utilizzo di risorse non rinnovabili per le tecnologie energetiche verdi e per la mobilità elettrica, un tema ancora poco conosciuto e, soprattutto, poco valutato. Gli impatti delle attività estrattive vengono analizzati sia dal punto di vista ambientale, anche a causa della quantità di rifiuti che produrranno e la mancanza di tecnologie efficaci di riciclo, sia da quello sociale, poiché la gran parte delle conseguenze negative ricadranno sulle nazioni povere da cui le materie prime vengono estratte.
Nella prefazione al libro la direttrice editoriale de l’Astrolabio, Rosa Filippini, periodico di informazione dell’Associazione Amici della Terra, scrive:
<<E il nucleare no, i fossili no, e adesso nemmeno le rinnovabili…
Se siete fra quelli che pensano che agli ambientalisti non va mai bene niente, beh…avete ragione.
In principio, è il loro mestiere quello di denunciare gli squilibri determinati dalle attività umane sulla natura. I movimenti ambientalisti sono nati nel ventesimo secolo nella parte più ricca del mondo e poi, via via, un po’ ovunque, dove disastri ambientali e sociali si manifestavano come contropartita negativa di un veloce sviluppo tecnologico ed economico che, per la prima volta nella storia del pianeta, aveva portato la specie umana a dominare la natura e non a esserne dominata.
Fortunatamente, lo sviluppo economico ha contribuito e contribuisce anche alla diffusione del benessere, della cultura e, in misura non lineare e controversa, all’affermazione dei diritti e delle libertà. Ovvero a quei “benefit” indispensabili – fra l’altro – a comprendere e proteggere gli equilibri naturali, a porre termine alle attività dannose, a riconoscere le minacce future e a trovare, con l’aiuto delle tecnologie, nuovi traguardi per uno sviluppo equo e meno distruttivo possibile …Per finire, quello descritto potrebbe essere “solo” l’ennesimo capitolo di decisioni avventate, di turbolenze che agitano comparti strategici e di giganteschi sprechi di risorse pubbliche. Potrebbe. Se non fosse anche il retroscena della profonda ingiustizia che sorregge la rappresentazione di un green deal per soli paesi ricchi: lo sfruttamento delle nuove e delle antiche miniere di minerali indispensabili alle tecnologie “pulite”, si annuncia distruttivo e feroce per i popoli del sud del mondo, in misura inversamente proporzionale alla scarsità di queste risorse.
Ma non dovevamo costruire un mondo migliore?>>
Del libro e delle implicazioni dovute alla conseguente estrattività, se ne parlerà il giorno 15 aprile 2021 alle ore 18:00 con collegamento sul canale YouTube dell’Associazione Amici della Terra