Ore 17 presidio in piazza Maravigna (Ct)
con collegamenti dalle altre piazze che manifestano contro i CPR
La Sicilia da anni è il laboratorio privilegiato delle politiche di repressione, respingimento e deportazione della fortezza Europa, soprattutto dall’entrata in funzione a Catania della sede dell’ agenzia Frontex. Dal giugno 2015, a pochi mesi dal tragico naufragio del 18 aprile (almeno 800 vittime) la militarizzazione dei porti e del canale di Sicilia è sempre più cresciuta e per stroncare i soccorsi in mare da parte delle navi umanitarie è iniziata nei loro confronti , a partire dalla Procura di Catania, un’infamante campagna di criminalizzazione. La Procura di Trapani tenta di completare l’opera protraendo per anni illegali intercettazioni di giornalisti e legali, nell’esercizio delle loro funzioni, per distruggere qualsiasi informazione indipendente dalle deliranti posizioni di chi ringrazia i macellai libici per i “salvataggi” in mare.
La pandemia in corso ha ulteriormente peggiorato le già precarie condizioni d’accoglienza di chi si salva dai naufragi. In Sicilia da un anno le persone migranti soccorse sono segregate per settimane in gigantesche e costosissime ( oltre 1 milione al mese solo di noleggio per ciascuna) navi quarantena e in centri covid sparsi per la regione di cui è quasi impossibile tenere traccia, giustificando così le paranoie razziste degli untori di colore. Tutto questo mentre l’estate scorsa sbarcavano migliaia di turisti dalla Lombardia o da Malta senza le stesse precauzioni sanitarie. Da mesi centinaia di associazioni solidali chiedono l’abolizione di questa forma di confinamento sanitario discriminatorio e che ha già mietuto le prime vittime (il tunisino Bilal Ben Messaoud, il minorenne ivoriano Abou Diakite e il somalo Abdallah Said nelle navi quarantena; e Anwar Sied e la tunisina Souad nei centri per la quarantena in Sicilia).
Dopo che le proteste dei detenuti avevano portato alla chiusura prima del Cpr di Trapani e poi di quello di Caltanissetta, da un mese a questa parte il Cpr di Trapani è tornato attivo, senza che però si sappia chi lo gestisce. Un velo d’opacità sotto il quale si consumano rimpatri e violenze. I Cpr, gli hotspot, l’hub di Siculiana(Ag) sono articolazioni in terra delle micidiali politiche di morte in mare; da quando sono sorti ci si batte per la loro chiusura e per una degna accoglienza. Facciamo appello a tutte le realtà migranti e solidali siciliane a riprendere la resistenza ai lager di stato, iniziata a Trapani nel dicembre ’99 dopo il rogo nel CPT Serraino Vulpitta, che causò la morte di 6 migranti tunisini reclusi.
Il cerchio si chiude con il nuovo patto per l’immigrazione della Commissione europea (Migration Pact) e con le micidiali politiche di respingimento di Frontex, che nei prossimi 5 anni quintuplicherà le risorse per un corpo speciale di 10.000 operatori per deportare e rimpatriare le sorelle ed i fratelli migranti. Da anni ci battiamo a Catania affinchè venga chiusa la sede di Frontex e venga ripristinato nell’ex monastero di S.Chiara l’ufficio anagrafe.
Rete Antirazzista Catanese, Cobas Scuola-Ct, Città Felice, Lhive-Ct, Comitato NoMuos/NoSigonella, PRC-Ct, LasciateCIEntrare, Accoglienza ControVento
Info-adesioni: catanianofrontex@gmail.com
L’iniziativa a Catania è promossa all’interno della giornata di mobilitazione diffusa contro i lager di Stato e altri strumenti di repressione, respingimento e deportazione delle persone migranti:
https://www.facebook.com/events/289366582854130/
giovedì 22: https://www.facebook.com/events/467905831141952