Uno spirito di libertà e di impegno per la giustizia, l’uguaglianza e la fraternità ha soffiato il 18 maggio durante le cordate dei cittadini a Liegi e Bruxelles a favore di una politica globale della salute pubblica (1).
Uno spirito di lotta per liberare l’umanità dal dominio delle armi, dal dominio del denaro, dal dominio della violenza sugli altri. Qual è lo scopo degli F35 che bombardano la popolazione di Gaza? Perché la difesa dei brevetti privati a scopo di lucro su medicine e vaccini di un piccolo numero di multinazionali occidentali ha la precedenza sulla salvaguardia del diritto universale alla salute di miliardi di esseri umani? È inaccettabile che il patriarcato, il razzismo e la xenofobia continuino a modellare le nostre concezioni di vita e il nostro comportamento collettivo.
Dominio e colonizzazione della vita
I gruppi sociali dominanti del “Nord” e del “Sud” chiamano queste forme di sottomissione, di imprigionamento della vita, rispettivamente sicurezza nazionale (dominio delle armi), imperativo scientifico e tecnologico (dominio del denaro) e meritocrazia (dominio della violenza) (2).
Insieme, i tre dominii costituiscono le strutture portanti della colonizzazione della vita e del mondo, che ha avuto luogo negli ultimi 50 anni, nell’alveo della globalizzazione dell’economia di mercato capitalista sotto la spinta delle rivoluzioni tecnologiche e della nuova finanza mondiale, sempre più dissociata dall’economia reale.
Secondo le opinioni scambiate durante la conferenza web internazionale del 18 maggio “Per una politica globale della salute pubblica” (3), la pandemia Covid-19 ha messo a nudo la portata e le conseguenze deleterie di questa colonizzazione. È quindi necessario collocare l’analisi della natura, dei problemi e delle questioni della pandemia, così come le soluzioni, nel quadro della crisi globale che colpisce la comunità globale della vita sulla Terra.
Si capisce perché le risposte e le soluzioni che i leader dei paesi del G20 proporranno “contro” la pandemia il 21 maggio al vertice mondiale sulla salute si ispirano alle tre espressioni di dominio. I dominanti non proporranno alcuna riduzione significativa delle spese militari (nel 2020, 2.000 miliardi di dollari!) per reindirizzarle verso una politica sanitaria globale, un piano globale per l’acqua pulita per tutti e per una nuova agricoltura contadina sostenibile… Continueranno a difendere la protezione dei diritti di proprietà intellettuale privata (come i brevetti sui vaccini) e a “risolvere” i problemi di disuguaglianza e ingiustizia nella produzione e distribuzione dei vaccini e delle cure attraverso misure di aumento delle dosi, della logistica e di un maggiore sostegno finanziario e filantropico. Rimarranno nel quadro della priorità della strategia medico-farmaceutica dei vaccini “salvavita” (sic!), trascurando tutte le altre dimensioni chiave della salute. Non cambieranno il “loro” principio secondo il quale l’accesso ai vaccini (non stiamo parlando del diritto alla salute) è riservato in primo luogo a quelli dei paesi le cui autorità pubbliche possono garantire l’acquisto delle dosi al prezzo fissato dalle imprese titolari del brevetto.
Liberazione. Soluzioni strutturali prioritarie
I miracoli possono accadere, ma non è ragionevole aspettarsi che accadano il 21 maggio a Roma. L’opinione diffusa tra le organizzazioni della società civile è che è nell’interesse dei cittadini lavorare sempre di più a livello continentale e globale per amplificare e rafforzare la loro capacità di azione congiunta intorno a un numero limitato di obiettivi comuni. In questa direzione, mi sembra rilevante e necessario dare priorità a tre obiettivi di decolonizzazione della vita e del mondo.
Prima di tutto, decolonizzare i nostri valori in materia di diritti universali, uguaglianza e giustizia. Il principio assoluto del diritto universale alla vita, compresi i diritti della natura, deve essere riaffermato attraverso una mobilitazione globale, in collaborazione con il mondo delle credenze religiose e laiche, il mondo dell’educazione e quello dei media. È necessario resistere e combattere l’idea che la disuguaglianza di fronte ai diritti sia “naturale”, inevitabile e che, di conseguenza, anche la povertà sia data come una realtà “naturale”, inevitabile. È necessario, per legge, abbandonare le formule incentrate sull'”accesso equo e conveniente” alla salute, all’acqua per la vita, alla casa, alla conoscenza.
In secondo luogo, dobbiamo decolonizzare la conoscenza, un elemento strategico fondamentale nella costruzione e nel funzionamento delle nostre società di oggi. Dobbiamo affermare per legge che la conoscenza è un bene pubblico globale, che non è un bene economico o un servizio di importanza essenzialmente economica soggetto alle regole della rivalità e dell’esclusione dai mercati mondiali. Le attività di ricerca e sviluppo sono, per natura, comuni, collettive, cumulative, la responsabilità della comunità. Lo stesso deve valere per l’insegnamento e l’educazione, anche a livello universitario. Quindi la decolonizzazione della vita richiede l’abolizione dei brevetti sulla vita e sull’intelligenza artificiale. Credere che sia possibile pensare e realizzare una politica sanitaria nell’interesse prioritario dei cittadini in un contesto di privatizzazione e mercificazione del sapere è pura mistificazione, come la realtà dimostra in modo impressionante. Inoltre, è necessario collocare le regolamentazioni mondiali sulla conoscenza/proprietà intellettuale nel quadro dell’ONU, in particolare dell’OMSanté, togliendole dall’OMC e dall’OMPI, un’organizzazione internazionale privata indipendente dall’ONU.
Infine, la finanza deve essere decolonizzata. A livello delle sue attività ovviamente speculative e predatorie, come i derivati, i paradisi fiscali, il segreto bancario, le transazioni ad altissima velocità, l’indebitamento dei paesi del “Sud”. In questo senso, togliere l’acqua dal mercato dei futures è di grande importanza paradigmatica.
Anche a livello dei principi fondanti in vigore, come la privatizzazione del denaro, la deregolamentazione delle attività finanziarie (risparmio, credito, assicurazioni) e la loro privatizzazione, su scala globale, l’indipendenza politica della BCE, il ruolo prioritario dato alla Banca Mondiale e al FMI e il principio di subordinare la concessione dei loro prestiti alla liberalizzazione, alla deregolamentazione e alla privatizzazione, e alle Partnership Pubblico-Private – PPP (che sono solo forme eleganti di Privatizzazione del Potere Politico…).
Liberare l’umanità è una questione a lungo termine. La saggezza suggerisce di iniziare ad agire il prima possibile.
(1) https://agora-humanite.org/en-cordee-le-18-mai-actions-a-liege-et-a-bruxelles/
(2) Il Memorandum dei cittadini, cfr agora-humanite.org
(3) Cfr. https://staging1.pressenza.com/it/2021/05/move-up-no-profit-on-people-and-planet/