Conferenza stampa intensa e incalzante stamattina alla Camera dei Deputati. Gli interventi delle deputate Doriana Sarli (Gruppo Misto) e Yana Chiara Ehm (Gruppo Misto), della senatrice Paola Nugnes (LeU), del senatore Gregorio De Falco (Gruppo Misto) e di Stefano Galieni, giornalista di Left e responsabile informazione del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, battono tutti sullo stesso tasto e per esperienza diretta: i Centri di Permanenza e Rimpatrio sono luoghi dove persone che non hanno commesso alcun reato vengono detenute in condizioni peggiori di quelle carcerarie, in una palese violazione dei più elementari diritti umani.
Luoghi praticamente inaccessibili, come dimostrano le difficoltà incontrate dagli stessi parlamentari per visitarli e del tutto vietati alla società civile e ai giornalisti, salvo rarissime occasioni.
Luoghi dove persone fragili e disperate commettono spesso tentativi di suicidio e atti di auto-lesionismo e per la mancanza di un accordo tra Prefetture e ATS non hanno accesso a cure adeguate.
Luoghi di abusi e solitudine, dove i migranti si vedono sequestrare o rompere i cellulari per impedire loro di riprendere e diffondere immagini dei centri.
Luoghi costosissimi, inutili e inefficienti: oggi solo il 10-15% degli “ospiti” viene rimpatriato, dimostrando il fallimento di un sistema che affronta da tempo la questione migratoria con una logica emergenziale, del tutto priva di una visione strutturale.
Luoghi opachi, su cui è necessario e doveroso fare luce. Il report “Delle pene senza delitti”, frutto della visita al centro di via Corelli a Milano dei senatori De Falco e Nocerino e di membri dell’attivissima rete “Mai più lager- No ai CPR” – un cui rappresentante partecipa alla conferenza stampa – verrà presentato in Senato il 9 settembre e costituisce un primo esempio di questa necessità.
L’appello lanciato da Pressenza a luglio ai giornalisti perché chiedano di visitare i CPR il 15 settembre è un altro tassello fondamentale in questa opera di verità e denuncia. A oggi la richiesta di visitare il CPR di Gradisca d’Isonzo (Gorizia) è stata respinta adducendo come motivazione l’emergenza sanitaria e quelle riguardanti i CPR di Milano, Torino e Roma non hanno ancora ricevuto risposta.
I parlamentari presenti alla conferenza stampa lanciano un appello ai colleghi perché intensifichino le visite ai CPR. Lo stesso vale per i giornalisti: il grido d’aiuto di chi viene detenuto in questi centri inumani, che andrebbero chiusi immediatamente, non può essere ignorato da un’informazione il cui compito fondamentale è raccontare ogni aspetto della vita sociale e denunciare violazioni dei diritti umani indegne di un paese civile.