E’ questa una sezione nella quale vengono presentati documentari su tematiche attuali, spesso al centro di dibattiti e controversie.
“How to kill a cloud” della regista Tuija Halttunen è l’unico film finlandese presentato a Locarno; è la storia della scienziata Hannele Korhonen, che riceve un finanziamento di un milione e mezzo di dollari dagli Emirati Arabi Uniti per partecipare a un progetto per portare la pioggia nel deserto. La storia si muove all’interno del mondo scientifico, in gran parte maschile, segnato da una concorrenza sfrenata, da una pretesa neutralità e oggettività della scienza, dall’intreccio tra gli interessi dei finanziatori e delle istituzioni nazionali e internazionali, non sempre fra loro coincidenti. Durante il percorso di ricerca la protagonista deve fare i conti con dilemmi etici derivanti dalle scelte compiute nella ricerca di finanziatori e dalle possibili conseguenze sulla natura e sui diritti umani che potrebbero derivare dallo sviluppo dei suoi studi. Gli interrogativi restano aperti e non potrebbe essere altrimenti: sono le grandi questioni del futuro del pianeta sui quali tutta l’umanità sta interrogandosi.
“The bad man” del birmano Lee Yong-Chao racconta la storia di un giovane che da bambino, nella regione birmana del Kachin, a sud del Tibet, viene prelevato dalla miniera dove lavorava e arruolato forzatamente, con uno stipendio di circa 30 dollari al mese, nell’Organizzazione per l’indipendenza del Kachin. Ferito in guerra, ha subito l’amputazione di una gamba e si ritrova in un centro di recupero insieme ad altri ragazzi con problematiche di dipendenza e di disagio psichico. Il protagonista ripercorre la sua storia, dalla difficile infanzia, al lavoro in miniera, fino alla guerra. Il regista non lascia spazio ad alcun pietismo, il racconto da parte del protagonista è freddo, lucido, con spazi di consapevolezza che emergono in un uomo trasformato in una macchina per uccidere. La vicenda storica specifica resta sullo sfondo; la riflessione è sulla natura umana, sull’assenza di valore che in alcuni contesti ha la vita, ma anche sulla possibilità di cambiare, rivedendo in modo critico la propria esistenza. Ma questo, anche quando si presentano delle opportunità, non sempre accade.