Partecipatissima, la maggioranza erano persone giovani, la manifestazione mondiale indetta da Fridays For Future (FFF) per la giustizia climatica
La manifestazione è partita da piazza Statuto, il corteo è sfilato per via Cernaia e Via Pietro Micca per confluire in piazza Castello.
Una manifestazione gioiosa, nonostante la drammaticità del problema climatico, nonviolenta, molto discreta la presenza delle forze dell’ordine: una manifestazione distesa, ricca di contenuti.
Hanno partecipato diverse realtà tra cui Extinction Rebellion, il movimento Notav, esponenti della lista Sinistra Ecologista, che corre per le prossime elezioni comunali, e una delegazione di lavoratori dell’ex Embraco.
Corali e unanimi le critiche al Ministro della Transizione Ecologica Cingolani.
I lavoratori ex Embraco hanno riassunto la loro situazione attuale, causata, come per GKN e altre situazioni analoghe, da una delocalizzazione all’interno dell’Europa: sono sempre di più le voci critiche contro un’Europa che non governa la concorrenza che stati con un minor livello di sviluppo, entrati per ultimi nell’UE, stanno facendo agli altri stati dell’Unione.
A “microfoni spenti” ci hanno raccontato che hanno visto praticamente quasi tutti i politici, sono anche andati a Bruxelles a parlare col sindacato europeo, “Tutti ci hanno detto che abbiamo ragione“: sta di fatto che la loro situazione rimane drammatica al punto che ai microfoni hanno dichiarato che molti di loro si rivolgono alla Caritas per poter tirare avanti.
Uno stralcio di uno delle interventi delle attiviste di FFF:
“Nel 2020 secondo un rapporto di Global Witness sono morte 277 persone, uccise perché attivisti/e ambientali. Si parla soprattutto di persone di popoli originari del Sud America e della Filippine impegnate nella difesa del proprio territorio contro i grandi “imperi industriali”.
4 morti alla settimana, un drammatico record quello dell’anno scorso: non era mai successo che ci fosse un numero così elevato di persone uccise tra coloro che sono impegnati nella lotta ai cambiamenti climatici”
L’intervento integrale di Ines Gobetti, studentessa:
“Tra una settimana ci saranno le elezioni comunali, un voto consapevole è stato inserito da diversi esperti tra le 10 azioni più impattanti che un singolo può fare per contrastare la crisi climatica. Io ho 16 anni quindi non potrò farlo, nonostante questo chi verrà eletto prenderà decisioni anche sul mio futuro per i prossimi 5 anni.
Sono mesi ormai che la città è tappezzata di slogan dei vari partiti, ma tra le molte belle parole, non si vedono promesse sufficientemente ambiziose da rendere Torino una città realmente sostenibile.
Il problema principale è l’inquinamento; i livelli di pm10 nell’aria a Torino durante gli scorsi 10 anni sono stati dichiarati illegali, e come ha reagito l’amministrazione? Con sporadici blocchi del traffico e qualche chilometro di pista ciclabile in più.
Non si tratta di ambientalismo, non sono gli orsi polari a essere in pericolo, sono gli esseri umani. Nella nostra città si registrano ogni anno 900 morti premature a causa dello smog e secondo l’ARPA chi vive a Torino ha 2 anni di vita in meno rispetto alla media Italiana. Il nostro diritto alla salute è messo in pericolo ogni giorno.
La politica non può più difendersi dietro false promesse o scaricare la responsabilità sulla cittadinanza, bisogna passare ad azioni concrete.
Quasi tutte le persone che comandano in questo momento appartengono alle scorse generazioni e passano il tempo a dire che cambiare è difficile, ci vogliono troppo tempo, troppi soldi e non fanno altro che procrastinare. Noi giovani invece siamo in grado di immaginare un futuro migliore e siamo disposti a impegnarci per raggiungerlo.
Quando i miei genitori erano bambini, piazza Vittorio era un parcheggio, a quel tempo chi avrebbe potuto immaginarla pedonale?
Torino ha bisogno di politici che sappiano guardare al futuro e che non abbiano paura di fare grandi cambiamenti.
Pretendiamo che il comune faccia la sua parte per contrastare il surriscaldamento globale mettendo in atto un piano che porti ad azzerare le emissioni nel 2035.
Vogliamo dei mezzi pubblici accessibili a tutti e tutte.
Vogliamo una città a misura di persone, non di auto.”
Sono molte le tragedie evocate durante la manifestazione: non ultima le inondazioni avvenute il Olanda e Germania che hanno causato oltre 200 vittime.
Tragedie tutte causate, secondo i manifestanti, dalla pervicacia di un capitalismo “a leva finanziaria” che si ostina a sfruttare le risorse naturali per trasformarle in utili da redistribuire unicamente agli azionisti – logica per la quale non si esita anche a delocalizzare – aumentando inesorabilmente la forbice delle diseguaglianze.
E’ stato ricordato come gli effetti del cambiamento climatico colpiscano in primo luogo e con violenza le classi più deboli.
Intervista a Valentina di Fridays For Future
Intervista a Annalisa Gratteri di Extinction Rebellion
Intervista a Roberto Mezzalama candidato alle comunali con Sinistra Ecologista
Intervista a Nicoletta Dosio Movimento Notav