Il 29 maggio 2020 fu pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Legge n 34 recante Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19 che ha introdotto l’emersione dei rapporti di lavoro irregolari.
L’ennesima “sanatoria” nasceva con un duplice obiettivo, tutelare la salute pubblica intervenendo in situazioni lavorative anche informali che avrebbero potuto favorire un aumento dei contagi in Italia e sottrarre quanti più lavoratori italiani e stranieri irregolari allo sfruttamento lavorativo nei settori agricoli e del lavoro domestico. Fra un proliferare di normative e interpretazioni frammentarie e tardive, oltre 220.000 persone hanno presentato una domanda di emersione o regolarizzazione entro il 15 agosto 2020.
Al 15 settembre 2021 circa 150.000 persone non sono ancora state convocate dalle Prefetture per ottenere il permesso di soggiorno e risultano così sospese fra contratti di lavoro non avviati, contratti di lavoro ormai cessati e impossibilità di accettare nuove proposte lavorative, costrette ancora nei circuiti di irregolarità che si sarebbero voluti scardinare.
Con questi ritmi la regolarizzazione si concluderà solo nel 2023.
Cosa stanno vivendo queste persone? Quali problematiche devono quotidianamente affrontare? Quali potrebbero essere delle proposte concrete per risolvere questi problemi? La sanatoria resta sempre l’unico strumento per far emergere le persone irregolari presenti sul territorio?
Per rispondere a queste e ad altre domande e per mantenere alta l’attenzione su una questione su cui pure si misura la civiltà di un Paese, IDOS e Patronato Acli hanno organizzato il convegno “La lenta regolarizzazione incompiuta: effetti sulle condizioni di vita degli immigrati in Italia” che si terrà il 29 settembre 2021 dalle 16.00 alle 18.00 sul canale Youtube di IDOS.
(Fonte: Centro Sudi e Ricerche IDOS, Immigrazione Dossier Statistico).
La lenta regolarizzazione incompiuta. Condizioni di vita degli immigrati in Italia
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