Il 14 ottobre il Tribunale di Napoli ha condannato a un anno di reclusione il comandante della “Asso 28”, una nave di appoggio di una piattaforma petrolifera operante per conto della Mellitah Oil & Gas, gestita dalla compagnia statale libica del petrolio.
Il 30 luglio 2018 la “Asso 28” aveva soccorso 101 migranti fuggiti dalla Libia, tra cui minorenni e donne incinte, per poi consegnarli ai guardacoste di Tripoli.
La sentenza è la prima del genere nei confronti di una nave civile: conferma che la Libia non è un luogo sicuro e costituisce un monito per altre imbarcazioni del genere che, in caso di comportamento analogo, potrebbero essere a loro volta oggetto di una condanna.
Il processo non ha affrontato però una questione cruciale: chi diede al comandante della “Asso 28” l’ordine di collaborare con i guardiacoste libici?