La sentenza del Tribunale di Locri si inserisce in un preciso contesto politico italiano
Le restrizioni sull’immigrazione partono da lontano, cominciano nel 1973, anno della grande crisi petrolifera, qualcuno può pensare che il concetto di immigrazione clandestina sia stato introdotto dalla legge Bossi Fini e quindi dal 2002, ma già nell’accordo che prelude alla convenzione di Schengen redatto nel 1985, nell’art. 7 e 17 vengono esplicitamente usate le parole “immigrazione clandestina”.
Nel 2014, l’anno dopo il terribile naufragio di Lampedusa in cui il 3 ottobre 2013 morirono 368 persone, la parola che maggiormente compariva nei media in materia di immigrazione era “Mare Nostrum”, in riferimento all’operazione di salvataggio intrapresa dall’Italia nel Mediterraneo che nacque con lo slogan “Mai più”.
Due anni dopo la parola più utilizzata dai media fu “muri”, nel 2018 fu “Salvini”.
Questo ci dà la misura dell’evoluzione delle politiche in materia di immigrazione e dell’estrema politicizzazione dell’immigrazione: la Carta di Roma ci dice che nei media televisivi il 40% degli interventi in materia di immigrazione è di politici.
Nel 2017 Minniti (PD), allora Ministro dell’Interno, inizia una politica di delegittimazione delle ONG, che da “angeli del mare” diventano rapidamente “complici degli scafisti”, “taxi del mare”.
Inizia quindi una politica di criminalizzazione del soccorso e dell’accoglienza, sarà proprio Minniti a sospendere i finanziamenti a Riace per presunte irregolarità, da quel momento inizia il calvario di Mimmo Lucano.
Nel 2020 assistiamo all’indagine su Gian Andrea Franchi e Lorena Fornasir di Linea d’Ombra ODV, di perquisizioni a tappeto a Mediterranea Saving Humans, alla messa a terra da parte di ENAC dell’aereo di Sea Watch, ai vari sequestri delle navi delle ONG con motivazioni che come nel caso della Sea Watch 4 sbalordiscono: per troppi salvagenti a bordo.
Su Gian Andrea Franchi e Lorena Fornasir occorre dire qualcosa: nei corpi dello Stato ci sono anche fior di professionalità, non si può credere che qualcuno possa pensare che i fondatori di Linea d’Ombra siano davvero rei di aver favorito delle persone migranti per soldi. Più in generale anche per quanto riguarda Mimmo Lucano è ampiamente acclarato che non si è messo in tasca un euro.
Sempre nel 2020 un altro esempio: il D.L. 34 2020 che all’art. 103/1 introduce la famosa sanatoria per le persone migranti, fatta proprio per la salvaguardia della salute pubblica, ma totalmente disattesa, a detta di molti anche perché farraginosa e sostanzialmente impraticabile, al contrario della sanatoria fatta in Portogallo, che ha regolarizzato tutti i migranti con domanda di permesso di soggiorno in essere.
Abbiamo assistito nel caso Morisi ad un eclatante esempio di doppia morale, ma occorre fare un’ampia riflessione sulla doppia morale all’interno del PD di cui attuali esponenti sono i “padri” del DLGS 286/98 “Testo unico sull’immigrazione” e la Legge 40/98 che istituiscono, tra l’altro, la detenzione ai fini di rimpatrio per persone migranti senza che sia stato commesso alcun reato penale e che più in generale relegano la questione dell’immigrazione al Viminale, sancendo di fatto un concetto: che l’immigrazione sia un mero problema di sicurezza e ordine pubblico, proprio come nel ventennio fascista.
Un PD, come già poc’anzi detto, reo di aver in seguito iniziato la crociata contro il soccorso delle persone migranti.
Un PD, quindi, perfettamente inserito in un clima politico che sta generando una grande ambiguità: è sacrosanto che uno scafista o un passeur che sfruttano le persone migranti per soldi vengano perseguiti, ma alcune indagini, certe dichiarazioni e soprattutto taluni silenzi, destano grande inquietudine, lasciano presagire una volontà persecutoria anche in chi semplicemente offre aiuto alle persone migranti e non lo fa “di nascosto”.
Anche questa è una doppia morale: se togli “i negri” per strada fai solo che un favore, ma se facendolo denunci politiche disumane nei confronti di persone, di esseri umani, allora vieni “attenzionato”.
Stiamo parlando di un clima politico che sta creando letteralmente sofferenza e morte nelle persone migranti, ma non solo: sta creando sofferenza anche in quelle persone che non si rifugiano in risposte semplici a problemi complessi, e che hanno quel minimo di empatia da mettersi nei panni di chi tanto sta soffrendo e morendo.
La storia ci dirà se questa sentenza a carico di Mimmo, che, anche questa, genera sofferenza in molte persone, sia stata “legittimata” anche da un clima politico.
Perché allo stato attuale non si può più parlare di idee, di punti di vista, di nondiscriminazione, di etica, di religione: qui, ed è ora di dirlo, si tratta di sofferenza, distribuita a piene mani.