“Siamo stati abbandonati – afferma il direttore della Biblioteca Braidense di Milano James Bradburne – Non è un problema della Braidense ma delle biblioteche nazionali, alcune delle quali rischiano di chiudere per sempre”. Alla Braidense, infatti, nel 2005 c’erano 145 dipendenti di cui 33 bibliotecari, mentre ora ce ne sono 33 in tutto, di cui solo 2 bibliotecari.

Una premessa: la Biblioteca Nazionale Braidense appartiene allo Stato e dipende dalla Direzione Generale Biblioteche e Istituti Culturali, del Ministero per i Beni e delle attività culturali e del turismo. Ed è la terza biblioteca italiana per ricchezza del patrimonio librario, comprensivo di circa 1.500.000 unità. Essendo la biblioteca statale non è possibile assumere qualcuno in autonomia. Il direttore auspicherebbe “lasciare le assunzioni all’autonomia delle biblioteche, con concorsi locali”. Un progetto che “non si fa in un anno ma in 10”, necessario perché “è troppo tardi per una risposta cerotto”.

Poi aggiunge: “Franceschini è consapevole di questo problema, ma non è sulla sua agenda né su quella di Brunetta. Grazie al turismo posso mettere pressione sulla Pinacoteca, ma purtroppo le biblioteche in questo paese non sono considerate meritevoli di sostegno. Ci sarebbe bisogno di una figura come Umberto Eco per dire che non possiamo abbandonare il libro e la lettura”.

Bradburne sta pensando a varie opzioni come “la possibilità di chiudere, con il consenso del personale” e a un coordinamento con le altre biblioteche statali passate sotto la direzione Musei, come l’Estense di Modena e la Reale di Torino. Nonostante tutto “stiamo ancora facendo un bel lavoro, anche se la situazione è critica”.

Salvo Cagnazzo

 

articolo pubblicato su uozzart.com

fotografia di tiziana porro da wikimedia commons