Teatro dal Verme a Milano sold out per la serata in ricordo di Gino Strada. Ci vuole più di un’ora perché le 1.400 persone prenotate riescano ad entrare e a prendere posto; nell’attesa l’emozione diventa sempre più palpabile. Già dal titolo “Non esistono scommesse impossibili” si coglie il tono dell’evento: ricordo e affetto, sì, ma anche forte affermazione del lascito di Gino attraverso le sue stesse parole e appassionato impegno a continuare nella strada da lui tracciata. Il modo migliore di ricordare i morti, si dice, è occuparsi dei vivi.
Foto di Andrea Cerchi
Fabio Fazio introduce i tanti artisti che hanno voluto testimoniare la loro vicinanza a Gino e a Emergency leggendo brani tratti dai suoi libri – “Pappagalli verdi. Cronache di un chirurgo di guerra” e “Buskashì. Viaggio dentro la guerra” – ma anche da pubblicazioni di Emergency, dal discorso di accettazione del Right Livelihood Award, il Premio Nobel alternativo, dall’agenda Smemoranda, da varie conversazioni e articoli e dal Manifesto Russell-Einstein.
Sul palco si alternano Luca Zingaretti, Valentina Carnelutti, Marco D’Amore, Neri Marcorè, Teresa Mannino, Claudio Santamaria, Valerio Aprea, Carla Signoris, Daniele Silvestri, Michele Serra, Camila Raznovich e Dori Ghezzi, con letture, aneddoti e canzoni. Intervengono anche Simonetta Gola e Rossella Miccio per EMERGENCY e in qualità di amici Ennio Rigamonti, Massimo Moratti, Beppe Sala e, in video, Renzo Piano. Ogni tanto un video mostra la terribile realtà della guerra e l’opera di Emergency per contrastarla. Cecilia Strada, seduta tra il pubblico, viene salutata da un applauso lungo e caloroso.
I vari momenti hanno come cornice una parola significativa – umanità, nonviolenza, eguaglianza, scelta, diritto alla cura, protezione … – e sono legati da un filo rosso che corre per tutta la serata e rappresenta il senso della vita e dell’opera di Gino Strada: la coerenza tra parole e fatti, la ribellione all’apparente inevitabilità della guerra e della violenza, la convinzione che l’utopia sia soltanto qualcosa che non c’è ancora, ma che può realizzarsi, l’impegno a prestare cure gratuite e di elevata qualità alle vittime della guerra (al 90% civili), perché la sofferenza di qualsiasi essere umano ci riguarda tutti, la nonviolenza come unica speranza, unica via per difendere i diritti universali e costruire un mondo senza guerre, la denuncia della svendita dei diritti umani, usati come giustificazione di guerre e missioni “di pace” e un vibrante atto d’accusa per lo stato della sanità pubblica, massacrata da tagli e privatizzazioni in nome del profitto.
Emozionante sorpresa finale: alla presenza di Dori Ghezzi, Daniele Silvestri e Neri Marcoré cantano “La guerra di Piero”, simbolo dell’orrore e dell’assurdità delle guerre e omaggio a due grandi uomini – Fabrizio De André e Gino Strada – che hanno lasciato un segno indelebile nelle vite di tutti noi. L’interminabile standing ovation che chiude la serata lo testimonia.
Foto di Eleonora Stevani