Sabato 27 novembre 2021 dalle 14,30 alle 16,30 si è svolto davanti al Pio Albergo Trivulzio a Milano, il presidio organizzato dall’Associazione Anchise (Comitato nazionale famiglie RSA RSD sanità) e dal CDSA (Coordinamento nazionale per il diritto alla sanità degli anziani malati e non autosufficienti), a cui hanno aderito diverse realtà associative, sindacali, comitati Parenti Ospiti prevalentemente lombarde, ma anche di altre regioni.
La prima richiesta è quella di ottenere “verità e giustizia” e quindi la NON archiviazione delle denunce dei parenti che hanno perso familiari ospiti nelle RSA durante l’emergenza Covid-19. Le cause e responsabilità di quelle tragiche morti devono essere chiarite. La vicenda non deve rimanere nell’ombra e nel mistero.
Le RSA non vanno chiamate “Case di Riposo”, ma devono essere strutture sanitarie pubbliche, dove il paziente riceve tutte le cure necessarie, ma anche un’assistenza più umana che possa garantire agli anziani una vita dignitosa come persone e non come oggetti.
Diritti e doveri degli operatori delle Rsa devono essere regolati dagli standard dei dipendenti della sanità pubblica e non con la normativa dei contratti delle Cooperative che mirano al profitto.
Si richiede personale medico e infermieristico stabile e in misura adeguata a carichi di lavoro “umani” per il rispetto delle esigenze degli ospiti.
Il governo deve stanziare “investimenti pubblici straordinari” a favore del diritto universale alla salute.
Le leggi esistono, vanno solo applicate e migliorate. I lavoratori delle strutture e le persone ospiti devono conoscere i propri diritti.
E’ una battaglia regionale, ma che si estenderà a livello nazionale per scongiurare “il funerale” della sanità pubblica in senso ampio.