Iniziato il dibattito al Consiglio Regionale della Lombardia. Le 57 associazioni del Coordinamento Lombardo per il Diritto alla Salute: “In gioco la salvezza del servizio sanitario pubblico e il diritto alla salute dei cittadini: scenderemo in campo contro l’ulteriore deriva della riforma Moratti-Fontana.”
“Hanno fatto un deserto della sanità pubblica, sulla pelle dei cittadini e l’hanno chiamata parità pubblico/privato e libera scelta”, ha dichiarato Marco Caldiroli, Presidente di Medicina Democratica, anche a nome delle associazioni lombarde che hanno manifestato il 23 ottobre in piazza Duomo per il rilancio della sanità pubblica e territoriale. “E’ cominciato in Consiglio Regionale il dibattito per l’approvazione della non-riforma della sanità lombarda. La direzione non cambia, anzi approfittano del PNRR per foraggiare ancora il privato, con gravi conseguenze per il diritto alla salute soprattutto per le fasce più deboli, così come l’emergenza pandemica ha dimostrato con i suoi 35.000 morti anche per le gravi inefficienze del servizio sanitario”.
Il Coordinamento Lombardo per il Diritto alla Salute, con le 57 organizzazioni aderenti, lancia un appello ai cittadini per partecipare a una manifestazione di protesta in concomitanza della discussione consigliare, con modalità che saranno definite a breve.
La Lombardia ha scelto un servizio sanitario ospedalocentrico, ha svuotato i territori di servizi e professionalità. Il risultato è l’utilizzo improprio dei pronto-soccorsi e tempi di attesa lunghissimi per chi non può pagare le prestazioni private. Il top si è toccato con la pandemia su cui il privato ha lucrato, proponendo tamponi e ”pacchetti” di visite domiciliari fino a 450 euro a cittadini “rinchiusi” in casa, nella inutile attesa del servizio pubblico.
Dal 1997 sono stati cancellati 22.239 posti letti nelle strutture pubbliche, mentre in quelle private sono aumentati di 2.553 o trasformati in altre forme di assistenza. Il privato (2017) copre il 54,3 % degli acquisti di servizi sanitari e si è “mangiato” il 62 % degli investimenti strutturali della regione. Gli operatori sanitari pubblici sono diminuiti di 11.768 unità dal 1997 al 2017 con un – 11,9 %, mentre la media italiana è stata del –7,3 %. C’è una grave carenza di medici di base e nei prossimi 5 anni ne mancheranno 4.167 per pensionamento, ma per l’assessora Moratti è soltanto una “percezione” o un problema “organizzativo”, causato dagli stessi medici. Non c’è stata programmazione, né concreti obiettivi di miglioramento della salute pubblica ma solo di incremento di fatturato per i privati.
“Di fronte a tale sfacelo la Giunta regionale ripropone ancora lo sbilanciamento verso il privato anche per le case e degli ospedali di comunità previsti dal PNRR”, sottolinea Angelo Barbato del Forum Nazionale per il Diritto alla Salute. “Come indicato nel documento condiviso da 57 associazioni e dalle opposizioni regionali, proponiamo ben altri obiettivi: un forte governo pubblico della sanità, basato su una chiara programmazione; la medicina territoriale organizzata con bacini d’utenza limitati, per rispondere in modo mirato ai problemi di salute dando priorità alla prevenzione della malattia anche attraverso la partecipazione della cittadinanza.
“Le Case e gli Ospedali di Comunità devono essere esclusivamente pubblici, affinché siano perseguiti risultati reali di salute e non utili economici. Le liste d’attesa devono essere trasparenti e il loro contenimento deve essere un obiettivo primario. Eliminare la libera professione all’interno delle strutture pubbliche. Le RSA devono essere parte del servizio sanitario nazionale e va ritirata la richiesta di autonomia differenziata.”