Inviata oggi una lettera al Ministro della Salute Roberto Speranza affinché respinga la legge 22/2021, la riforma Moratti -Fontana perché non rispetta le indicazioni da lui date attraverso Agenas e potrà peggiorare le condizioni di criticità della sanità lombarda.
“Abbiamo inviato in data odierna una lettera al Ministro della Salute Roberto Speranza perché da una lettura puntuale della Legge 22/2021 la non riforma Moratti – Fontana, in ‘riforma’ della Legge Maroni (23/2015), risulta evidente che quanto da lui richiesto tramite Agenas (lettera del 16.12.2020) non è stato attuato. Pertanto la legge va respinta dal governo, ai sensi dell’art.127 della Costituzione della Repubblica”, ha dichiarato Marco Caldiroli, presidente nazionale di Medicina Democratica, anche a nome del Coordinamento Regionale per il diritto alla salute – Dico 32 e delle 57 associazioni e organizzazioni lombarde che hanno ripetutamente manifestato durante l’iter di discussione della legge per il rilancio della sanità pubblica e territoriale.
“Le modifiche sono gattopardesche. Di fatto il cambiamento è puramente fittizio, anzi le modifiche andranno a creare ulteriori squilibri organizzativi, che non potranno che peggiorare l’accesso ai servizi sanitari fondamentali: si assisterà a un aggravamento complessivo per esempio rispetto alle liste di attesa e alle possibilità reali di cura per le fasce di popolazione più svantaggiate e per i redditi più bassi”.
Lo scenario che si prospetta è drammatico: chi ha i soldi e ha possibilità di accesso ad assicurazioni sanitarie o a welfare aziendale avrà un accesso privilegiato nel privato e potrà curarsi, mentre per tutti gli altri sarà sempre più problematico e difficile, con gravi conseguenze sulla salute pubblica. La sanità lombarda rischia in questo modo di diventare un pessimo modello anche per le altre regioni, tanto più in una prospettiva di autonomia differenziata.
“Il documento Agenas dava prescrizioni e raccomandazioni puntuali- sottolinea Angelo Barbato, presidente del Forum per il Diritto alla Salute, anche a nome del Coordinamento Regionale per il diritto alla salute – Dico 32- che la legge non attua. Tra quelle principali: la confusa frammentazione di competenze tra ATS e ASST permane e viene resa ancora più evidente nel campo della programmazione; la funzione dei distretti non corrisponde a quanto richiesto; risultano inoltre ancora inefficaci le modalità di controllo degli erogatori privati accreditati”.
Nella lettera al Ministro della Salute viene presentata un’analisi delle criticità evidenziate da Agenas, che non vengono risolte, ma ulteriormente appesantite: il Coordinamento Regionale per il diritto alla salute – Dico 32 ritiene che vi siano le condizioni per il rinvio da parte del Ministero della legge 22/2021 al Consiglio Regionale della Lombardia per aprire un percorso legislativo di vera riforma del servizio sanitario regionale, superando squilibri tra pubblico e privato e potenziando la medicina territoriale con servizi partecipati e coerenti, con una programmazione basata su obiettivi collettivi di prevenzione, cura e riabilitazione, alla base della riforma sanitaria del 1978.