Ieri, 17 dicembre, si è tenuta a Palermo la seconda udienza del processo in cui l’ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini è accusato di sequestro di persona e di rifiuto di atti d’ufficio per aver impedito alla nave della Ong catalana Open Arms di sbarcare 147 migranti soccorsi in mare nell’agosto del 2019.
“Dalle testimonianze di oggi è emerso in maniera chiara, anche se abbiamo già letto ricostruzioni fantasiose, che noi di Open Arms abbiamo agito sempre nel rispetto delle Convenzioni internazionali” si legge in un post nella pagina Facebook di Open Arms.
“Infatti da tutte le testimonianze è emerso che le condizioni meteorologiche di quei giorni (mare forza 4, con onde di 2,5 metri e oltre 25 nodi di vento) hanno imposto alla nostra nave di ripararsi a Lampedusa.
Inoltre le condizioni psicofisiche delle persone a bordo, naufraghi da oltre 20 giorni in mare, non ci permettevano di continuare la navigazione verso la Spagna.
Poi tutti i testimoni della Guardia Costiera hanno riconosciuto che la Libia non può essere considerata come un porto sicuro, viste le numerose prove di violenze e torture.
Rimane il fatto che l’ex ministro ha lasciato oltre 100 persone in balia del mare per troppo tempo!
In quei giorni abbiamo combattuto perché́ i diritti delle persone a bordo venissero rispettati. Siamo riusciti a farlo perché́ la legge era dalla nostra parte” conclude la nota di Open Arms.