L’attivista per i diritti delle donne, Noor AlMaadeed, è scomparsa dal 23 ottobre a Doha. Secondo un’associazione per i diritti umani, la donna sarebbe stata uccisa da uno dei familiari.
La vicenda di AlMaaded è rocambolesca e segna la condizione di inferiorità e sottomissione delle donne nel paese che ostenta modernità e apertura al mondo esterno, con la porta bandiera mediatica Al-Jazeera. Nel 2019, la donna, allora ventunenne, ha denunciato alla polizia di subire violenze e maltrattamenti dalla famiglia, ma non ha ottenuto protezione. Con uno stratagemma informatico, manipolando il cellulare del padre, è riuscita ad ottenere un visto per l’uscita dal paese e acquistare un biglietto aereo per il primo volo trovato all’aeroporto di Doha. È partita per Kiev e da lì è giunta a Londra, dove ha chiesto asilo politico.
Lo scorso settembre è stata convinta dalle autorità consolari qatariote a tornare nel paese dove avrebbe ottenuto protezione. È stata ospitata in un albergo di Doha e affiancata da una scorta, che il 20 ottobre è stata tolta. L’ultimo suo messaggio sui social risale al 23 ottobre, dove scriveva di non stare bene e di essere preoccupata perché si sentiva tradita. Il Centro del Golfo per i Diritti Umani (GC4HR) riporta la notizia della sua morte da fonti ospedaliere.
È partita sui social una campagna che chiede all’emiro Tamim di sapere che fine abbia fatto Noor.