L’articolo difende la riforma agraria popolare e mostra che l’occupazione delle terre è un’azione democratica e costituzionale e, nel periodo in cui viviamo, un atto di amore per la vita del popolo brasiliano

In un Paese che esporta la maggior parte dei prodotti agricoli, più della metà della sua popolazione non mangia adeguatamente, mangia ciò che è disponibile e non sa se avrà cibo garantito nei prossimi mesi. Tra questi, ventotto milioni di brasiliani stanno letteralmente morendo di fame. Nello stesso momento in cui il Brasile ha raggiunto quest’anno un raccolto record di oltre 272 milioni di tonnellate di grani, il paese è tornato nella Mappa della Fame, preparata dall’ONU, da cui era riuscito a uscire nel 2014.

Questo avviene perché il modello implementato privilegia solo pochi latifondisti e aziende a capitale straniero che producono solo per l’esportazione, sostenute da un ampio uso di pesticidi. Solo dal governo Bolsonaro sono state autorizzate più di 1350 nuove sostanze. In questo modo, tonnellate e tonnellate di soia, mais, canna da zucchero e altre materie prime sono destinate al mercato estero, sia per la produzione di alimenti, di agrocombustibili o mangimi per bovini, suini e pollame.

Nonostante l’ingiustizia del modello agro-export, siamo ogni giorno bombardati da pubblicità su tutti i media, che annunciano che “Agro è pop, è tech, è tutto”, con immagini di lunghi campi verdi, grandi macchinari e numeri che presentano l’agrobusiness come garante del surplus della bilancia commerciale. Ma, in pratica, chi nutre il popolo brasiliano è l’agricoltura familiare. Pur coltivando una piccola area, che rappresenta il 23% del totale, è responsabile di oltre il 70% del cibo consumato dalla popolazione brasiliana e del 67% della forza lavoro in agricoltura.

Il Movimento dei Senza Terra fa parte di questa rete, con 400 mila famiglie che fanno una produzione sostenibile di cibo autentico, privo di veleni, in connessione con la natura, nel rispetto di chi produce, e, soprattutto, destinato alla tavola delle famiglie brasiliane. L’occupazione della terra è una delle azioni più importanti per combattere la fame nella storia del Paese. Siamo migliaia di militanti, tecnici, educatori, che lavorano anche attraverso scuole, cooperative, associazioni e agroindustrie.

Il movimento difende e costruisce l’impianto di una riforma agraria popolare, che beneficia l’intero popolo brasiliano, in armonia con la nostra biodiversità, per superare il modello di morte dell’agrobusiness. E la distribuzione della terra è l’unica alternativa per reinvertire i problemi dell’Ambiente, piantando alberi e preservando l’acqua. È la soluzione per la produzione di cibo, poiché solo la riforma agraria può portare l’intero popolo brasiliano ad avere accesso al cibo in abbondanza, in quantità, ma soprattutto di qualità, affrontando non solo il problema della scarsità, ma anche le conseguenze di consumare alimenti contaminati da pesticidi.

I nostri Magazzini della Campagna si stanno diffondendo in tutto il paese e distribuiscono tonnellate della nostra produzione. Oltre al cibo che produciamo che entra in milioni di case, sono segnali delle nostre idee, per un Paese più giusto e umano, che stanno conquistando cuori e menti.

L’occupazione della terra è un’azione democratica e costituzionale e, nel momento in cui viviamo, un atto di amore per la vita da parte del popolo brasiliano.

 

Di Silvio Netto*, dal quotidiano O Tempo, 15 novembre 2021 (traduzione di Antonio Lupo)

 

*Silvio Netto è della Direzione Nazionale del Movimento Sem Terra