La Scala di Milano non andrà in tournée in Egitto e Medio Oriente per protesta contro un paese che continua a negare verità e giustizia per l’uccisione di Giulio Regeni. E i genitori riconoscenti ringraziano.
L’ipotesi era arrivata dopo l’ennesima cancellazione causa Covid del tour previsto a settembre in Giappone. La conferma del teatro che per “diverse ragioni” non ci sarà la trasferta in Egitto (e Dubai e Kuwait) arriva dopo l’altolà dei sindacati. I sindacati, che avevano chiesto un incontro alla direzione su questo viaggio, hanno parlato di una “questione politica” ricordando il caso di Giulio Regeni e soprattutto lo striscione giallo, appeso in piazza Scala sulla sede del Comune, che chiede verità sul suo omicidio avvenuto al Cairo nel 2016.
Una vicenda di cui il sovrintendente Dominique Meyer, arrivato a Milano da Vienna nel 2019, non conosceva la portata. Ne erano invece ben consapevoli i sindacati, che hanno alzato più di un sopracciglio all’eventualità di esibirsi in Egitto. Della vicenda non si è parlato in cda, dove comunque c’erano consiglieri sensibili alla vicenda. Oggi è arrivata l’assicurazione che non ci sarà nessuna trasferta in Egitto e si è così disinnescata sul nascere una polemica che ricordava quella scoppiata nel 2019, quando l’allora sovrintendente Alexander Pereira aveva prospettato l’ingresso fra i soci della Scala con un posto in cda di Badr bin Abdullah bin Mohammed bin Farhan al Saud, ministro della Cultura saudita, una vicenda che era pesata nella mancata conferma del manager austriaco alla guida della Scala.
Sempre oggi poi si è saputo che in teatro c’è stato un atto vandalico con una svastica incisa sullo schermo di uno dei video utilizzati nell’area dei macchinisti lo scorso 14 febbraio fra le 20 e mezzanotte, cioè alla vigilia dell’introduzione dell’obbligo di supergreen pass al lavoro per gli over 50. Alla Scala c’è chi è convinto che si sia trattato di un atto di no green pass interni, ipotesi confermata dagli insulti (“traditori”) scritti sui volantini che invitavano ad iscriversi alla sezione scaligera dell’Anpi. Di una “ignobile provocazione” ha parlato il presidente dell’Anpi milanese Roberto Cenati, mentre il sovrintendente Dominique Meyer ha chiesto di aprire subito una indagine interna. “Questo – ha commentato – non è accettabile”.