“Siamo sconcertati e fortemente preoccupati per l’esclusione di Medicina Democratica e di un’altra decina di associazioni, fra cui anche alcuni sindacati, come parti civili nel processo per il disastro ferroviario di Pioltello”, ha detto Fulvio Aurora, responsabile delle vertenze giudiziarie di Medicina Democratica, associazione che si batte da oltre 40 anni per il diritto alla salute costituzionalmente garantito, a margine dell’udienza che si è tenuta oggi nell’Aula Bunker del Tribunale di Milano, via Uccello di Nemi, dopo il rinvio delle scorse settimane.
“Non comprendiamo perché per Pioltello ci abbiano respinto come parte civile, mentre invece ci hanno accolto nel processo per l’altro terribile disastro ferroviario, quello di Viareggio, costato la vita a 32 vittime civili e dove addirittura noi siamo l’unica associazione ammessa: quali sono le motivazioni per decisioni così diametralmente opposte?”, ha aggiunto Fulvio Aurora.
Lo sconcerto per questa grave esclusione nasce anche dal fatto che la richiesta di essere inclusi come parte civile era stata già accolta dal Giudice dell’Udienza Preliminare (GUP) e che il Pubblico Ministero aveva approvato: con l’avvocata Laura Mara, che assiste MD nella maggior parte dei ricorsi e delle vertenze giudiziarie, sono state presentate davanti al Tribunale (V sezione penale di Milano) delle motivazioni ampie ed accurate, supportate da ponderosa e puntuale documentazione, come sempre si fa in tutte le vertenze giudiziarie in cui MD è parte civile e cioè una quarantina in tutta Italia.
Incomprensibile rigetto, inoltre, anche alla luce del fatto che il Tribunale, fra l’altro, nella sua ordinanza ha citato il processo contro la Thyssen Krupp, dove Medicina Democratica non solo era parte civile, ma è stata anche fra i protagonisti con i suoi consulenti e le sue prove e motivazioni.
“ Ci chiediamo – ha sottolineato Fulvio Aurora – se dietro questa esclusione di Md ed anche delle altre parti civili respinte, ci sia un disegno, voluto o non voluto, tanto pesante quanto non detto: in un momento in cui viene ribadito nei fatti che i processi penali durano anni prima della loro conclusione, si cerca di togliere quelli che si ritengono i più marginali, nella fattispecie quelli in cui si presentano come parte civile le associazioni, i movimenti, i sindacati: non è il modo migliore per fare giustizia, come non lo è la misura dell’improcedibilità prevista nella riforma della giustizia. Sappiamo che ciò che è stato stabilito dal Tribunale di Milano non è modificabile, porteremo quindi la nostra protesta nella manifestazione, cui parteciperemo, l’8 marzo davanti alla Corte d’Appello di Firenze per il processo di Viareggio”