Non è un segreto che, con il passare degli anni, le problematiche ambientali hanno causato un aumento esponenziale degli impatti negativi sul pianeta. Problemi come l’emissione di gas serra, la produzione e cattiva gestione dei rifiuti, la deforestazione, tra gli altri fattori, sono al centro dell’attenzione della comunità scientifica poiché, con la compromissione della Terra, si mette a rischio l’integrità e la stabilità della vita umana.
Ogni giorno si cercano nuovi metodi e strategie tecnologiche che consentano di affrontare questa situazione. Tuttavia, non se n’è trovato ancora uno che permetta di controllare e regolare tutto in modo efficiente senza che ci siano ripercussioni. In generale, questo succede perché si dà poca importanza all’attenzione e alla protezione dell’ambiente, mentre si dà priorità agli aspetti economici o ai vantaggi per alcuni particolari gruppi di persone.
Eppure, la cultura indigena è un aspetto fondamentale che sarà sempre legato intimamente alla storia e allo sviluppo dell’umanità. La visione del mondo di alcuni popoli indigeni apre la via a nuovi concetti che si relazionano a tutti gli argomenti dello studio scientifico e che cercano la spiegazione dei processi naturali. Così, addentrarsi in queste culture presuppone una nuova metodologia di comprensione e integrazione sociale che favorisce e arricchisce la conoscenza umana.
Un esempio chiaro si può trovare negli usi e costumi della popolazione indigena dei Kággabba (anche conosciuti come Cogui), una comunità che si trova nella Sierra Nevada de Santa Marta, in Colombia. Secondo il Ministero della cultura colombiano, questo popolo utilizza uno schema sociale che si basa su “leggi di origine”, vale a dire una norma che detta le caratteristiche della relazione e dei comportamenti tra uomo e natura.
Colombia: territorio della Sierra Nevada de Santa Marta, luogo sacro per gli indigeni Cogui.
Secondo i Kággabba tutti gli ecosistemi sono in sé esseri viventi che fanno parte della madre terra: i fiumi, le piante, gli animali, la terra, ecc. Tutto l’ambiente fa parte di questo ingranaggio mistico del mondo spirituale che chiamano “aluna”. Così i Kággabba mantengono una relazione stretta con la natura a partire dalla nascita e per tutta la vita e, per questo, sono considerati i guardiani della natura e dell’armonia nel mondo.
Il legame che hanno con l’ambiente è tale che sono capaci di capire svariati processi naturali, climatici ed ecologici, senza necessità di riferirsi a ricerche scientifiche. Inoltre, hanno la capacità di promuovere azioni che cercano di rimediare ai problemi ambientali che si presentano. Tutta la conoscenza che detengono è stata appresa e trasmessa dai loro avi e mantengono salda la loro convinzione che la madre terra abbia grande importanza.
È qui che la spiritualità e la visione del mondo indigene giocano un ruolo fondamentale quando si parla di protezione, ricostruzione e conservazione dell’ambiente, intendendo che il pianeta è un sistema che merita il nostro totale e completo rispetto e che, di conseguenza, dobbiamo comportarci in suo favore, così come facciamo con qualunque altro elemento.
In certi casi, quando va presa una decisione che implica un’azione diretta o indiretta sull’ambiente, si discriminano le comunità indigene e non si tiene conto dei loro concetti e delle loro prospettive perché non hanno fondamenta scientifiche. Tuttavia, questo dovrebbe progressivamente cambiare perché, grazie ai legami col pianeta formati attraverso la loro cultura, riescono a dare soluzioni efficienti ai problemi, senza secondi fini.
Suggeriamo “Aluna”, un documentario sui Kággabba (Cogui) in inglese con sottotitoli in spagnolo.
Traduzione dallo spagnolo di Mariasole Cailotto. Revisione di Thomas Schmid.