Scrivo questa breve nota pensando alle centinaia, forse migliaia di persone che come me hanno sofferto e continuano a soffrire la tortura psicologica e morale, generata dall’essere costretti a vivere una guerra e doversi schierare quando questo non fa parte della nostra visione, né dei nostri sentimenti né tantomeno del nostro modo di pensare e agire. Sebbene proviamo orrore per la sofferenza e la morte di migliaia di esseri umani come noi, veniamo obbligati a scegliere tra alternative inaccettabili, mass media corrotti e bugiardi e organizzazioni politiche e militari che consideriamo detestabili. Condivido l’angustia, che senza dubbio soffrite anche voi come me, e il mio pensiero accompagna le vittime del conflitto.
Sin dall’inizio dell’ “Operazione di disarmo ed eliminazione dei gruppi nazisti che controllano il governo ucraino” e l’invasione scettica con migliaia di truppe e carri armati, per attaccare “obiettivi strategici, ma proteggendo la popolazione civile”, il mio animo, i miei sentimenti, le mie idee e addirittura il mio stato fisico hanno vissuto una “montagna russa” fatta di passione, frustrazione, compassione, tristezza, violenza interna, depressione… e una molteplicità di sentimenti e sensazioni contraddittori.
Assumevo per un momento la posizione della NATO e poi, nella mia testa, la sminuivo e allontanavo, ricordando le immagini delle vittime del Donbass e la sequela interminabile, nella mia memoria storica di più di settant’anni, delle continue guerre americane, a partire dalla Corea e dal Vietnam fino ad arrivare ai giorni nostri, in tutti i continenti. Vedevo fiumi di sangue innocente che scorreva davanti ai miei occhi, e provavo un sentimento di rabbia e vendetta. Poi cercavo di calmarmi e di trovare il mio equilibrio. Poi la mia attenzione si spostava nel Donbass, alla frontiera russa e vedevo i reportage dell’esercito invasore, che avanzava lentamente ma inesorabilmente, che incontrava una debole resistenza, e le esplosioni dei cannoni, gli edifici distrutti, la gente che fuggiva disperatamente, con i bambini e pochi effetti personali… che cercava di scampare alla morte e alla distruzione. L’immagine del dolore e della crudeltà umana in diretta, consapevole che in ognuno di quegli edifici distrutti c’erano anche brandelli di essere umani.
Dietro quell’apparente azione difensiva della Russia, non potevo smettere di guardare il dispiegamento crudele e sproporzionato di forza. Non esisteva magari un altro modo per proteggere e tutelare la Russia, per stabilire la sua linea rossa rispetto all’avanzamento della NATO e delle sue armi letali? Come potrebbe essere giustificato l’avanzamento di Putin sull’Ucraina, gli omicidi preventivi per scongiurare nuovi assassini da parte dei nazisti di Stepan Bandera (storico leader dei nazionalisti ucraini, N.d.R.) e della NATO?
Oggi, le linee rosse sono quelle tracciate con il sangue. Era necessario tutto questo? Dove e quando la mente umana traccerà una volta per tutte la linea finale che ricaccia la violenza in tutte le sue forme?
Devo forse dichiarare il fallimento dei principi che hanno ispirato la mia vita fin da quando ero giovane e abbracciare la causa della vendetta di una o dell’altra parte?
Poi guardo quei “burocrati insolenti” che rappresentano l’autorità dell’Europa, individui che non rappresentano niente e nessuno, che non mostrano alcuna responsabilità politica verso alcun elettorato… forse, consapevoli della loro piccolezza e che gridano con scatti d’ira la loro condanna, mentre deliberano su centinaia di sanzioni alla Russia. Loro, sempre uniti in tutte le avventure criminali della NATO, mai sanzionati, sacerdoti urlanti di una giustizia creata da loro stessi e investiti da una sorta di mandato divino.
Ogni volta li osservo dagli schermi mentre minacciano, giudicano, condannano la Russia, ignorando la sua posizione e il suo diritto a difendersi. E proprio per questo provocano l’azione che oggi censurano. Sì, perché la popolazione russa che vive nel Donbass non è umana, non ha diritti e i crimini perpetrati contro di essa non meritano di essere sanzionati; gli accordi di Minsk e la loro violazione non esistono, le migliaia di morti e feriti degli ultimi otto anni, vissuti nell’impunità, non sono avvenuti…
Tutto è talmente volgare, ingiusto, inumano e crudele che mi arrabbio, mentre il desiderio di vendetta e l’istinto accusatore vanno popolando la mia mente… allora, prestando attenzione al cuore, inspirando profondamente e trattenendo l’aria per un momento, chiedo a me stesso di essere libero da ogni contraddizione, da qualsiasi desiderio di vendetta, e dalla violenza interna… e di tornare ad avere fiducia nell’essere umano, fiducia in un futuro che sarà migliore di questo.
Tuttavia, non è facile salire e scendere nell’inferno della mente. Mi rendo conto allora del graduale affaticamento che accumulo durante la giornata, mentre seguo le notizie e i contenuti grafici di decine di media che alterano, manipolano o inventano informazioni in base alla convenienza e agli interessi. Questo è il mondo distopico in cui viviamo: pandemie, restrizioni, arresti, numeri allarmanti di migliaia di morti, e malattie nuove e sconosciute che sono il prodotto del Covid-19 o dei vaccini che, da quanto sembra, non sono stati sottoposti a rigorosi controlli clinici e dei quali si occultano gli effetti avversi… per non colpire l’economia, o come hanno dichiarato “per non confondere e spaventare la popolazione”.
Questo argomento è scomparso dalla nostra percezione quotidiana, oggi il tema principale è la guerra e i crimini di Putin… che dovrà subire una condanna esemplare nei tribunali dell’Aia e non potrà sottrarsi alla giustizia europea… l’Europa degna, giusta e civilizzatrice… Certo, non si parla dei crimini di Tony Blair che ha mentito al parlamento e all’ONU, provocando guerre che sono costate milioni di morti e rifugiati. Ma ovviamente Putin è orribile e russo, mentre Blair è inglese.
La ragion d’essere delle entità geopolitiche, le strategie, le discordie che sembrano giustificare tutte le manovre e i crimini perpetrati dalle superpotenze… una logica e una ragion d’essere irremovibile della “sicurezza degli stati”, della difesa dei loro “stili di vita”, dei “loro interessi”, dell’“ordine mondiale basato sulle regole”… legalismi fallaci creati dagli stessi opportunisti di sempre.
Allora abbasso lo sguardo verso i leader dell’una e dell’altra sponda, Biden, Putin, e i loro seguaci, e osservo la stessa corruzione, la stessa ansia di potere e lo stesso disprezzo nei confronti degli altri esseri umani. In loro percepisco lo stesso livello di contraddizione e sofferenza.
Non riesco a salvare una parte e condannare l’altra senza sentirmi ugualmente stupido e canaglia.
Chi sceglie cosa pensare, sentire e fare, se non ha scelto di nascere, ma sono le circostanze a scegliere per lei o per lui? Dove non c’è libertà, non c’è né bene né male!
La tragedia umana non si fermerà fino a quando non capiremo, attraverso una meditazione attenta e una fede interiore, che la violenza risiede in fondo alla nostra coscienza ed è il risultato del pensare, sentire e agire in direzioni opposte.
La liberazione dalla violenza e dalla sofferenza non si otterrà mai con le guerre.
Traduzione dallo spagnolo di Ada De Micheli. Revisione di Thomas Schmid.