Il Forum della convergenza dei movimenti, tenutosi a Roma dal 25 al 27 febbraio 2022, che ha visto la partecipazione di oltre 160 persone provenienti da diverse realtà sociali, associative e di movimento, ha riproposto con forza la Campagna contro il Ddl Concorrenza e contro l’Autonomia Differenziata, perché le due norme aprono una nuova stagione di privatizzazioni dei beni comuni e dei servizi pubblici e amplificano le diseguaglianze territoriali nel nostro Paese: https://staging1.pressenza.com/it/2022/03/forum-della-convergenza-dei-movimenti-sintesi-finale/. “(…) Si tratta di un attacco senza precedenti– si legge nell’Appello di adesione alla Campagna contro il DDL Concorrenza– che espropria le comunità locali dei beni comuni, dei diritti e della democrazia e che stravolge il principio di sussidiarietà sancito dalla Costituzione, azzerando la storica funzione pubblica e sociale dei Comuni, trasformati in enti il cui ruolo diviene unicamente quello di predisporre la privatizzazione di tutti i servizi pubblici locali (…) Abbiamo già sperimentato cosa significano le privatizzazioni dei beni comuni e dei servizi pubblici: nessuna cura delle risorse naturali, peggioramento quantitativo e qualitativo dei servizi, aumento esponenziale delle tariffe, fine di ogni controllo democratico sulla loro gestione. Ne abbiamo una lampante dimostrazione nelle pesantissime bollette di gas, luce e acqua ricevute dalle famiglie questo inverno e inizio primavera (…)” (le adesioni alla Campagna vanno segnalate a: segreteria@acquabenecomune.org).
Spesso quando ci riferiamo ai Beni Comuni il nostro pensiero va immediatamente all’Acqua o alla Terra e quasi mai all’Energia. Eppure, l’Energia rientra a pieno titolo tra i Beni Comuni da porre al riparo dalle insidie del mercato, da utilizzare con parsimonia e da non sprecare. Occorre spingere sempre più le nostre Comunità a considerare l’energia un bene comune anziché una merce di proprietà privata, collegare direttamente la produzione al consumo e riaffermare così la nostra responsabilità di consumatori di energia.
L’aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina ha fatto definitivamente emergere la nostra pericolosa dipendenza energetica e, soprattutto, l’ineludibile necessità di lavorare per sviluppare su vasta scala strumenti di democratizzazione energetica con i cittadini in grado di poter partecipare all’esercizio della gestione del “Bene Comune Energia”. Dopo la pubblicazione della direttiva europea 2018/2001 riguardante le cosiddette Comunità Energetiche, la promozione dell’energia da fonti rinnovabili secondo il principio dell’autoconsumo condiviso, anche il nostro Governo si è attivato per regolamentare e promuovere l’autoconsumo collettivo e le Comunità di Energia Rinnovabile (CER). Comunità, condomini, famiglie e imprese possono finalmente autoprodurre e auto consumare collettivamente energia pulita (la Legge n.8 del 28 febbraio 2020 di conversione del Decreto Legge cosiddetto “Milleproroghe” contiene l’art. 42-bis “Autoconsumo da Rinnovabili” che, anticipando il testo di recepimento della Direttiva Rinnovabili 2001/2018, concede la possibilità di realizzare da subito l’auto consumo collettivo e la comunità energetica rinnovabile, riprendendo i parametri definiti rispettivamente dall’art. 21 e dall’art. 22 della Direttiva stessa, ma con qualche restrizione aggiuntiva).
Occorre dire che qualche CER ante litteram, qualche buona pratica in giro in tema di comunità di autogestione energetica, c’era già nel nostro Paese, come quella della Comunità Cooperativa Melpignano, in sigla CCM https://www.facebook.com/coopcomunitamelpignano. La CCM è la prima cooperativa di comunità in Italia, vale a dire una cooperativa con l’appellativo di “comunità”, fondamentale questo per delineare la differenza tra una cooperativa “tradizionale” e una cooperativa di comunità. Quest’ultima, infatti, così come stabilito nello statuto deve destinare una parte degli introiti alla Comunità, presso la quale risiede la CCM, in questo caso Melpignano, per migliorare la qualità di vita dei suoi cittadini, attraverso l’adozione di uno stile di vita eco-sostenibile. La CCM nasce nel 2011, davanti a un notaio, con 71 soci-utenti-lavoratori in un soleggiato luglio nella centralissima Piazza S. Giorgio. Forte del suo obiettivo, la CCM come prima attività crea appunto dei piccoli impianti fotovoltaici ad uso domestico, installandoli gratuitamente sui tetti dei soci, grazie ad un mutuo contratto con Banca Etica. I Soci-cittadini hanno potuto installare 179,67 kW di impianti fotovoltaici distribuiti tra 33 impianti solari, di cui 29 impianti di proprietà della Cooperativa con una potenza installata di 159,93 kW, soddisfacendo quasi totalmente il fabbisogno energetico elettrico di altrettante famiglie e con evidenti benefici ambientali: si evitano così, all’anno 118.892 kg di emissioni di CO2 e 336 kg di emissioni di NOx.
Tra le CER che si stanno sviluppando in questo periodo va segnalata l’esperienza di San Giovanni a Teduccio. L’idea progettuale mira a sviluppare in un quartiere periferico di Napoli, San Giovanni a Teduccio, una delle prime sperimentazioni nel Sud Italia di Comunità energetiche di energia rinnovabile (CER). L’intervento proposto prevede la nascita di una comunità energetica – in forma di ETS – composta dalla Fondazione Famiglia di Maria – che gestisce un centro socioeducativo nel quartiere – e da 40 famiglie in condizioni di disagio, residenti in appartamenti limitrofi alla fondazione e allacciate alla stessa cabina elettrica. Elemento centrale della proposta sarà l’installazione di un impianto fotovoltaico – il cui costo verrebbe parzialmente (42%) sostenuto con le detrazioni fiscali previste dal bonus ristrutturazioni – sulla copertura della sede della Fondazione, che permetterà l’autonomia energetica dell’immobile e l’immissione in rete dell’energia rimanente a favore delle famiglie beneficiare. L’energia prelevata dai 40 membri della comunità, attraverso dei dispositivi installati presso le proprie abitazioni, verrà considerata dal gestore dei servizi energetici come “energia condivisa” e pertanto incentivata. Nell’arco di 25 anni – periodo di durata della garanzia dei moduli fotovoltaici – il totale degli incentivi ricevuti, detratte le spese di gestione, ammonterebbe ad oltre 200mila euro. Si stima, inoltre, di generare un risparmio reale, in termini di minor energia elettrica consumata da tutti gli aderenti alla CER, pari a circa 300mila euro. Parallelamente verranno offerti servizi socioassistenziali alle famiglie destinatarie dell’intervento, un percorso formativo sulle modalità di approvvigionamento dell’energia rinnovabile e un monitoraggio sui consumi elettrici e sulla qualità dell’edilizia in termini di dispersione di calore. Infine, si prevede di realizzare una campagna informativa sui vantaggi e le potenzialità delle comunità energetiche al fine di individuare ulteriori membri, supportare la creazione di nuove comunità e, più in generale, sensibilizzare i cittadini sul valore sociale economico ed ambientale legato all’utilizzo delle energie rinnovabili. Il soggetto responsabile del progetto, che vede il coinvolgimento anche della Fondazione Con il Sud, è Legambiente Campania, che di recente ha promosso anche la Rete delle Comunità Energetiche Rinnovabili e Sostenibili: https://www.comunirinnovabili.it/la-rete-delle-comunita-energetiche-rinnovabili-e-sostenibili/ per costruire un’alleanza dal basso per la lotta alla povertà energetica che, partendo da contesti con forti criticità sia ambientali che socioeconomiche, sappia costruire processi di partecipazione e innovazione sociale capaci di innescare un profondo cambiamento dei territori, nell’ottica di una maggiore giustizia ambientale e sociale.
Giovanni Caprio