L’agenzia Onu per i rifugiati: “Si spostano le responsabilità riguardanti l’asilo e si eludono gli obblighi internazionali”
L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati esprime “forte opposizione e preoccupazione per i piani del Regno Unito di esternalizzare i suoi obblighi di asilo e ed esorta il Paese ad astenersi dal trasferire richiedenti asilo e rifugiati in Ruanda per l’esame delle richieste di asilo“. Lo si apprende da una nota pubblicata dall’ente dell’Onu all’indomani della firma di un accordo fra Londra e Kigali.
L’assistente dell’Alto commissario dell’Unhcr per la Protezione, Gillian Triggs, ha affermato: “L’Unhcr rimane fermamente contraria ad accordi che cercano di trasferire rifugiati e richiedenti asilo in Paesi terzi, in assenza di salvaguardie e standard sufficienti. Tali accordi non fanno altro che spostare le responsabilità riguardanti l’asilo, eludono gli obblighi internazionali e sono contrari alla lettera e allo spirito della Convenzione sui Rifugiati”. Ancora Triggs: “Le persone che fuggono da guerre, conflitti e persecuzioni meritano compassione ed empatia. Non dovrebbero essere scambiate come merci e trasferite all’estero per l’esame della loro richiesta di asilo”.
L’Unhcr, informa il comunicato, “ha esortato entrambi i Paesi a ripensare i piani. Ha anche avvertito che invece di dissuadere i rifugiati dal ricorrere a viaggi pericolosi, questi accordi di esternalizzazione non faranno altro che aumentare i rischi, inducendo i rifugiati a cercare canali alternativi, ed esacerbare le pressioni sugli stati in prima linea”.
“Sebbene il Ruanda – si legge ancora nella nota – abbia generosamente fornito un rifugio sicuro ai rifugiati in fuga da conflitti e persecuzioni per decenni, la maggior parte vive in campi con un accesso limitato alle opportunità economiche. L’Unhcr ritiene che le nazioni più ricche debbano mostrare solidarietà nel sostenere il Ruanda e i rifugiati che già ospita, e non il contrario“.
Il Regno Unito, afferma l’agenzia dell’Onu, “ha l’obbligo di garantire l’accesso all’asilo a coloro che cercano protezione. Le persone a cui viene riconosciuto lo status di rifugiato possono essere integrate, mentre coloro che non hanno bisogni di protezione internazionale e non hanno altre basi legali per rimanere nel Paese, possono essere rimpatriati in sicurezza e dignità nel loro Paese d’origine”.
“Il Regno Unito, invece – denuncia il comunicato -, sta adottando provvedimenti che demandano la responsabilità ad altri e quindi minacciano il regime internazionale di protezione dei rifugiati, il quale ha resistito alla prova del tempo e ha salvato milioni di vite nel corso di decenni”.
Nella nota si legge ancora: “Il Regno Unito ha sostenuto il lavoro dell’Unhcr molte volte in passato, e sta fornendo importanti contributi che aiutano a proteggere i rifugiati e a sostenere Paesi in conflitto come l’Ucraina. Tuttavia, il sostegno finanziario all’estero per alcune crisi di rifugiati non può sostituire la responsabilità degli Stati e l’obbligo di ricevere i richiedenti asilo e proteggere i rifugiati sul proprio territorio – indipendentemente dalla razza, dalla nazionalità e dal canale di ingresso“.
Il comunicato conclude: “Mentre l’Unhcr riconosce le sfide poste dalle migrazioni forzate, i Paesi sviluppati ospitano solo una frazione dei rifugiati globali e sono ben equipaggiati per gestire le richieste di asilo in modo umano, equo ed efficiente”.