Manifestazione a Torino in Piazza Castello contro la guerra e il carovita, contro l’Europa delle banche e della guerra
Rifondazione Comunista aderisce allo Sciopero Generale proclamato dai Sindacati di base per il 20 maggio “contro la guerra, l’economia di guerra e il governo della guerra”.
A Torino saremo in piazza Castello dalle ore 18 di venerdì 20 maggio per dire “Basta guerra, NO a Putin e NO alla Nato” e per chiedere misure urgenti quali:
· il blocco degli aumenti delle bollette
· prezzi calmierati sui generi alimentari di prima necessità
· aumenti di salari e pensioni
· una nuova scala mobile
· il salario minimo legale a 10 euro netti all’ora.
Il governo Draghi, mentre aumenta le spese militari, taglia i fondi per sanità e servizi sociali ed ha già avviato il rientro accelerato nei parametri europei, annunciando una nuova stagione di tagli, che produrrà un’ulteriore riduzione dei consumi e nuove spinte recessive sull’economia. Nel frattempo elargisce ai lavoratori la cifra ridicola di 200 euro una tantum, mentre sfiora appena gli extraprofitti delle aziende che lucrano sugli aumenti, non utilizza il gettito extra dell’IVA prodotto dai rincari, continua a non tassare le grandi ricchezze; non interviene con un blocco degli aumenti di bollette e carburanti, scegliendo di salvaguardare, invece, la speculazione.
Rifondazione Comunista sostiene quindi con convinzione lo sciopero dei sindacati di base, condividendone la piattaforma. Oggi più che mai c’è bisogno di rilanciare le lotte: la giornata del 20 maggio costituisce un momento importante per costruire un percorso ampio di unificazione di tutti i soggetti che si oppongono alle politiche neoliberiste. Auspichiamo che anche le maggiori organizzazioni sindacali, a partire dalla CGIL, decidano iniziative forti come lo Sciopero Generale, su una piattaforma per la pace e la giustizia sociale.
A TORINO la giornata del 20 maggio sarà anche segnata dall’arrivo dei ministri degli esteri europei, per il Consiglio d’Europa.
Sono i ministri di quella stessa Europa che non sa costruire azioni diplomatiche per il cessate il fuoco, non sa svincolarsi dal legame con l’imperialismo USA e con la NATO, che rinuncia a svolgere un’autonoma azione di pace, che ispira le politiche economiche antipopolari svolte dal governo Draghi.