È nata una nuova campagna sui social media, con l’hashtag #FreeHerFace, che vede giornalisti afghani maschi postare selfie con il volto coperto, in solidarietà con le giornaliste afghane che devono affrontare un nuovo decreto telebano.

I funzionari talebani hanno infatti annunciato all’inizio di questo mese che tutte le donne e le ragazze potranno uscire di casa solo quando necessario e indossare abiti che le copriranno dalla testa ai piedi quando saranno in pubblico. Le punizioni per la violazione del decreto verranno inflitte anche ai loro familiari maschi. I leader talebani hanno risposto alle proteste dell’opinione pubblica insistendo sul fatto che il decreto non è obbligatorio, ma i loro stessi sforzi per applicarlo contraddicono queste dichiarazioni.

Queste sono tra le restrizioni più dure che il gruppo ha introdotto da quando è tornato al potere in agosto ed è l’ennesima conferma dei timori di molti afghani avevano nei confronti dei talebani,  sicuri che avrebbero reintrodotto regole rigide riportando l’Afghanistan agli anni ’90.

Proprio pochi giorni fa, lo scorso 21 maggio, il Ministero del Vizio e della Virtù talebano ha ordinato a tutte le presentatrici televisive di coprirsi il volto, affermando che “la decisione era definitiva e che non c’era spazio per la discussione”. Questa norma viola palesemente i diritti delle donne alla libertà di espressione, all’autonomia personale e al credo religioso. Inoltre, impedirà l’accesso alle informazioni alle persone sorde o con problemi di udito che leggono il labiale o si affidano a indicazioni visive per capire le persone che parlano.

In risposta all’ordine, i conduttori maschili di alcuni dei principali canali d’informazione, tra i quali TOLOnews e 1TVNews, in Afghanistan hanno indossato delle mascherine in onda in solidarietà con le loro colleghe, un atto che ha dato vita alla campagna #FreeHerFace sui social media. Come ha scritto un’attivista per i diritti delle donne, “gli uomini afghani che si mostrano coperti in sostegno delle donne afghane non fanno solo un semplice gesto, ma è una vera e propria svolta nella storia che cambierà tutto. Fratelli coraggiosi. I giornalisti uomini che indossano maschere per il viso sono – ha detto – uno dei pochi casi in cui gli uomini afghani stanno facendo qualcosa di simbolico, perché tutta la resistenza e le proteste contro il velo finora sono state fatte delle donne .”

Human Rights Watch sta esortando più persone, compresi i diplomatici che si incontrano con i talebani, a mostrare sostegno alla campagna e parlare a favore dei diritti delle donne. “Le giornaliste sono solo le ultime vittime di quella che è diventata la più grave crisi dei diritti delle donne nel mondo”, ha aggiunto l’organizzazione. “Ma i talebani non sono immobili e una pressione coordinata ha il potenziale per incidere sulle loro decisioni”.

Sarebbe il caso che i governi occidentali che spesso si incontrano con i talebani manifestassero il sostegno alle donne giornaliste o meno, e facessero luce su questo continuo intensificarsi di violazioni dei diritti delle donne e delle ragazze da parte dei talebani.

Anche perché questo potrebbe essere solo l’anticipazione di una totale esclusione delle donne dalla tv e dagli organi di informazione. Come riporta il Guardian, “Alcune donne hanno iniziato a chiedersi se l’ordine del velo fosse un preludio all’essere completamente eliminate e mandate fuori onda, perché molti musulmani conservatori considerano la voce di una donna sessualmente eccitante e quindi non dovrebbe essere ascoltata in pubblico.”

Le giornaliste sono solo le ultime vittime di quella che è diventata la più grave crisi dei diritti delle donne nel mondo. Molte giornaliste afghane hanno subito discriminazioni e hanno lasciato il lavoro dopo l’acquisizione da parte dei talebani. La Federazione Internazionale dei Giornalisti ha annunciato in un recente sondaggio che l’87% delle donne giornaliste ha subito discriminazioni di genere durante il regime talebano e il 60% ha perso il lavoro e la carriera.

Articolo 21 e la FNSI Federazione Nazionale della Stampa aderiscono all’appello lanciato da Asmae Dachan, giornalista italo-siriana socia di Articolo21 che sulle sue pagine social ha scritto: “L’immagine della collega giornalista afghana Khatera Ahmadi è diventata iconica del coraggio, della resilienza e della stanchezza delle donne afghane. Immaginiamoci lo stato emotivo in cui conduce il telegiornale, difendendo la sua professione, il suo ruolo, la sua e la nostra voce.

I talebani vogliono cancellare le donne dalla storia, ma le donne afghane stanno resistendo con tutte le forze che hanno. Sui social è stato lanciato l’hashtag #FreeHerFace per condannare la re-imposizione del burqa. Non lasciamo sole queste colleghe, queste donne a cui stanno negando tutti i diritti, dalla libertà all’istruzione.

 

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