Movimento Valledora e le altre associazioni proseguono la battaglia contro l’inceneritore, anche sui social network.
Se frequentate facebook e instagram, questi moderni media che non capiamo quanto liberino e quanto controllino le informazioni, avrete forse notato che il 2 maggio è stato diffuso un logo nero e rosso con scritto No Inceneritore. E’ un’iniziativa del Movimento Valledora per contrastare la costruzione dell’inceneritore a Cavaglià e si ripeterà ogni due del mese fino a settembre.
Proprio il 2 di settembre è infatti fissata la scadenza della proroga, concessa al proponente dalla Provincia di Biella, per presentare le integrazioni ai 63 punti del progetto in cui sono state rilevate mancanze in fase di Valutazione d’Impatto Ambientale.
Come hanno già detto più volte dal Movimento Valledora tali integrazioni appaiono una missione impossibile. “Non vogliamo però che il silenzio favorisca l’approvazione di questo inceneritore” spiega Alba Riva presidente del Movimento “il proponente è stato in grado di presentare il progetto perché definisce l’impianto come un termovalorizzatore per la combustione di rifiuti speciali non pericolosi, quindi fuori dalle competenze della Regione. Esulerebbe dalla gestione dei rifiuti urbani, a loro parere, e quindi dalla normativa Regionale. Qui si innesca un conflitto tra i vari enti, ma la competenza che prevale è quella della Regione. Su questo a Torino sono stati molto chiari, bisogna attendere il Piano Regionale che indichi se è necessario un altro impianto e se lo si deve fare in Valledora.” Spiega Alba Riva e aggiunge “Ci preme sottolineare che i dati degli ultimi anni non rilevano alcuna necessità di un altro inceneritore in Piemonte”
Le associazioni guidate dal Movimento Valledora stanno ricevendo pareri da esperti che concordano non solo sul sovradimensionamento del progetto, per un territorio già provato da decenni di escavazioni e discariche, ma anche sulla sua dannosità e, addirittura, anti-economicità.
Il dottor Marco Stevanin, nel recente incontro al Polivalente di Cavaglià, ha spiegato come il monitoraggio dell’aria della zona interessata riporti valori di polveri sottili già oltre i limiti di legge, e non ritiene possibile sommare anche le emissioni dell’inceneritore, si propagherebbero per un raggio di 20 km inquinando ancora di più l’aria, ma anche ricadendo sui terreni e nell’acqua.
In questi giorni è arrivata al Movimento anche una e-mail con il parere dall’avvocato Stefano Leoni, membro dell’Alleanza per la Transizione Ecologica, giurista esperto in tematiche ambientali e in ciclo dei rifiuti. In questo documento indirizzato al Movimento Valledora, Stefano Leoni, oltre a altre precise considerazioni che potete trovare sul sito dell’associazione, dice che “in nessun punto dello Studio d’Impatto Ambientale del proponente viene citato il fatto che da gennaio del 2021 è in vigore una tassa europea per i rifiuti di imballaggi non riciclati. Il valore di questa tassa è di 800 euro a tonnellata. Un’enormità, che sommata al costo del trasporto e dello stesso inceneritore porta il costo complessivo di questo trattamento ad oltre 1.000 euro a tonnellata. Così questo impianto si rivelerà non solo dannoso e inutile, ma anche uno spreco di soldi.”
Pare non ci siano proprio motivi per dare il permesso di costruire quest’opera assolutamente sproporzionata per il posto dove si vorrebbe realizzare. Peserebbe come un’enorme ipoteca sulle possibilità di un futuro libero dalle discariche e dai rifiuti della Valledora e delle zone circostanti. Il territorio è invece sempre più orientato all’agricoltura di qualità e al turismo lento. “Da verifiche che abbiamo fatto sono almeno 50 i produttori di agricoltura biologica presenti nel raggio di 10 km dall’eventuale ubicazione dell’impianto” spiega Anna Andorno portavoce del Movimento “e anche il turismo lento è una realtà economicamente sempre più presente. Lo testimoniano i numeri dei camminatori sulla Via Francigena e sul Cammino d’Oropa, oltre le 2.000 persone nel 2021 e in forte aumento anche in questo inizio di stagione 2022”
E’ importante seguire l’invito che danno le associazioni: non facciamo prevalere il silenzio, informiamoci e difendiamo ambiente e salute.
Dal Movimento Valledora invitano tutti a partecipare alle mobilitazioni social, la prossima sarà il 2 giugno. La mobilitazione consiste nell’apporre sul proprio profilo facebook, instagram e whatsapp il medesimo bollino No Inceneritore a Cavaglià e di aggiungere l’hashtag #noinceneritoreacavaglia.
Quest’ultimo, essendo un aggregatore per argomento, andrebbe aggiunto a ogni contenuto che si farà girare sui social network sulla questione inceneritore a Cavaglià.
Una moderna battaglia per la salvaguardia del territorio, della salute dei suoi abitanti e del loro futuro che vogliamo sia fatto di agricoltura e turismo sostenibile.