Finalmente anche a Torino siamo tornati, dopo due anni di interruzione a causa del covid, a manifestare in occasione del Primo Maggio.
Ma questo evento importante è stato funestato da una gestione sconcertante della piazza da parte dei responsabili dell’ordine pubblico.
Il Coordinamento AGiTe ha partecipato al corteo di quest’anno aprendo la parte dedicata al “No Guerra” e intende qui riprendere e stigmatizzare quanto accaduto.
La mattina del Primo Maggio, al momento stesso dell’ingresso in piazza Vittorio Veneto del cosiddetto “spezzone sociale”, senza alcun apparente motivo, un folto cordone di agenti della polizia si è frapposto fra esso e il resto del corteo, subito alle spalle del nostro spezzone contro la guerra, destando sconcerto tra i presenti che hanno richiesto la rimozione del blocco. Solo dopo che il corteo ha definito la propria composizione, il cordone di agenti è stato rimosso.
Il corteo ha sfilato senza problemi sino all’imbocco di via Roma, dove la polizia è intervenuta nuovamente, impedendo allo “spezzone sociale” di proseguire la manifestazione. A quel punto, la coda dello spezzone contro la guerra si è fermata, dichiarando la propria volontà di rimanere ferma sul posto fino alla rimozione del blocco. Vari interventi si sono espressi in tal senso, fra cui quelli del prof. Angelo D’Orsi e del prof. Gastone Cottino.
Nel mentre, però, gli agenti di polizia hanno caricato duramente in modo ingiustificato sia chi sfilava con lo “spezzone sociale”, sia chi reclamava verbalmente e in modo del tutto pacifico la ricomposizione del corteo. Diverse persone sono cadute a terra e sono state colpite dalle manganellate della polizia e costrette a fare ricorso ad assistenza sanitaria.
Il blocco e’ stato rimosso solo quando i comizi finali si erano conclusi e piazza San Carlo si era quasi completamente svuotata.
Come Coordinamento AGiTe, composto da persone e organizzazioni di diverso orientamento e sensibilità, domandiamo:
- quali indicazioni e motivazioni abbiano condotto a separare forzatamente una parte del corteo dagli altri manifestanti, limitando così il diritto costituzionale di esprimere il proprio libero pensiero attraverso la partecipazione ad una manifestazione pacifica e regolarmente autorizzata;
- come si e’ potuto parlare, nelle cronache della manifestazione, di numerosi agenti rimasti contusi e feriti, nel momento in cui ciò contrasta con tutte le testimonianze dei manifestanti presenti sul posto;
- come tutto ciò sia potuto avvenire in occasione della giornata del 1° maggio, da sempre consacrata alla Solidarietà fra i lavoratori, le lavoratrici e i popoli di tutto il mondo e dedicata quest’anno alla pace.
Quanto avvenuto desta grande preoccupazione, perché si inserisce, a nostro avviso, in una serie di episodi che, in questi anni, hanno teso e tendono a marginalizzare il dissenso.
Notiamo una sempre maggiore intolleranza verso chi esprime opinioni diverse. Ciò avviene addirittura in Parlamento dove è quasi sparita ogni reale opposizione, così come nei mezzi di informazione, dove chi non è d’accordo viene spesso tacciato di “intelligenza con il nemico”.
Come Coordinamento AGiTe, contrario a qualunque atto di violenza nelle manifestazioni, chiediamo:
- un incontro con il Prefetto di Torino, in quanto rappresentante del governo;
- di essere ascoltati da CGIL, CISL e UIL, organizzatori della manifestazione del Primo Maggio.
La ricerca della trasparenza deve essere perseguita a tutti livelli; esprimiamo perciò il nostro sostegno ad eventuali ulteriori iniziative di chiarimento, anche a livello parlamentare.
Coordinamento AGiTe