La manifestazione cittadina per i diritti LGBTQIA+ ha sfilato per le caldissime vie del centro di Torino sabato 18 giugno a partire dalle 1630, nel percorso corso Principe Eugenio, via San Martino, piazza XXVIII Dicembre, via Cernaia, via Pietro Micca, piazza Castello, via Po con l’arrivo in piazza Vittorio Veneto.
Il manifesto del Pride di quest’anno si ricorda il cinquantenario dell’irruzione di un gruppo di militanti al congresso di sessuologia a Sanremo per contestare le teorie riparative e rivendicare il primo spazio di protagonismo e parola; quella manifestazione è considerata il momento fondativo del movimento LGBTQIA+ in Italia ed allo spirito di rivolta di quel momento ci si richiama oggi:
Siamo stanchә di avanzare un centimetro per volta, stanchә delle mediazioni al ribasso sui nostri corpi e sulle nostre vite e sulle nostre relazioni, stanchә di dover conquistare spazi sicuri di libertà e condivisione. Per questo scendiamo per le strade al grido di “Queer ed ora!”. Perché non è solo questione di diritti, di giustizia, di uguaglianza. È questione di orgoglio per le nostre identità, le nostre non conformità, che ci appartengono e vogliamo scoprire e abbracciare; è questione di rabbia, verso chi tenta di limitarci; è questione di felicità, che non vogliamo più rimandare. È questione di noi, e dovete averci a che fare.
Nell’ampio documento politico del Pride, di una complessità degna di un partito politico di altri tempi, hanno trovato posto tutte le rivendicazioni locali e nazionali della comunità LGBTQIA+ con un’apertura di interesse su temi più generali come le persone migranti e rifugiatз, lo Ius soli, gli accordi tra Italia e Libia in materia di gestione dei flussi migratori (sicurezza), la tutela del clima, il razzismo, il lavoro ed il welfare, la legge su eutanasia e suicidio assistito fino alla richiesta di ogni sforzo possibile della comunità internazionale per il raggiungimento di un cessate il fuoco e all’apertura di tavoli di negoziato nei luoghi di conflitto.
La sfilata, a cui hanno partecipato almeno 150.000 persone, è stata inoltre un momento di festa che ha visto protagonista quella generazione di giovani costretta ad annullare la propria socialità a causa di due anni di pandemia: un momento catartico che si è manifestato con balli e gioiosa allegria intorno ai numerosi “camion discoteca”.