Ieri siamo tornati da Ankara dove abbiamo partecipato al congresso dell’opposizione curda e oggi arriva Mario Draghi con uno stuolo di ministri per incontrare Erdogan. Sono indignato dalla complicità del nostro Paese e dell’Unione Europea con un regime che ha riempito le carceri di oppositori e bombarda ogni giorno il popolo curdo in Siria e Iraq in violazione del diritto internazionale. Draghi, Di Maio e i ministri di Lega e PD sono lì oggi non in nostro nome.
La visita di Draghi in Turchia mostra l’ipocrisia occidentale su democrazia e diritti umani. Se fossero vere le motivazioni della guerra per procura che la NATO sta combattendo in Ucraina contro la Russia da tempo avremmo rotto ogni relazione con Erdogan e altri alleati, rispetto ai quali Putin è un dilettante.
Il nostro Paese, come tutta la NATO, è complice del regime di Erdogan e continua a bollare come terrorista il partito di Ocalan, dal 1999 rinchiuso in isolamento nell’isola prigione di Imrali. In realtà il terrorista è Erdogan che, in violazione del diritto internazionale continua a bombardare i curdi e a servirsi dei tagliagole jihadisti. Proprio sabato scorso un drone turco ha ammazzato a Raqqa la comandante del Forze democratiche siriane anti ISIS Mizgin Kobane.
La visita di Draghi, come l’accordo di Madrid, rafforza il regime nella sua guerra contro i curdi. Per sostituire il gas russo facciamo accordi per rifornirci attraverso Turchia, Israele ed Egitto. Ma non stiamo facendo guerra alla Russia in difesa dei diritti dei popoli? Quelli di curdi, palestinesi e egiziani valgono di meno? La realtà è che il nostro è un paese vassallo di un blocco imperialista che si scontra con altre potenze emergenti per difendere il proprio strapotere sul pianeta. La Costituzione indica invece all’Italia la via della cooperazione tra i popoli e della pace.