Ci hanno presentato la guerra in Ucraina come una favola: di là l’orco cattivo, di qua i buoni che vogliono punirlo.
La verità è che ci troviamo di fronte all’esito di un braccio di ferro fra due fronti contrapposti (Russia e Nato), ambedue animati da spirito di dominio, che stanno usando l’Ucraina come vittima sacrificale.
Per cui non esiste di là il cattivo, di qua i buoni, bensì due cattivi, ambedue capaci di aggressione quando serve ai propri scopi.
Lo dimostra la storia.
La guerra in Ucraina va fermata perché massacra un popolo, perché ci espone a rischio di catastrofe nucleare, perché aggrava all’inverosimile la questione climatica e ambientale, perché getta nella disperazione milioni di famiglie, in tutta Europa, per la crisi energetica che ha provocato e che le leggi di mercato, tutte a favore delle multinazionali finanziarie e petrolifere, stanno trasformando in catastrofe sociale.
L’unico modo per fermarla è dire no alla guerra e allo spirito di dominio che anima ambedue gli schieramenti.
Una strada che si attua attraverso tre iniziative:
1) stop all’invio di armi che serve solo a prolungare la guerra ingrassando i produttori di armi;
2) avvio di dialogo fra Russia ed Unione Europea per garantire pace al continente;
3) riduzione delle spese militari e della produzione di armi.
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E’ arrivato il tempo di fare sentire un’altra voce nel paese.
La voce di chi non vuole la guerra perché giova solo ai potenti.
Francesco Gesualdi