In occasione della Giornata internazionale dei popoli indigeni del 9 agosto, l’Associazione per i popoli minacciati (APM) richiama l’attenzione sulla situazione disperata in cui le comunità indigene sono sempre più spinte. Dall’Artico al Sudamerica, le materie prime dei territori indigeni sono oggetto di brama e accaparramento. Il loro sfruttamento comporta una violenza spaventosa, soprattutto negli Stati che già non rispettano i diritti umani. Gli attuali prezzi elevati delle materie prime e la diffusa impunità degli Stati autoritari aggravano il problema.
L’esempio del Brasile lo dimostra: sotto il presidente di estrema destra Jair Bolsonaro, le popolazioni indigene stanno vivendo un sistematico disprezzo dei loro diritti. Il governo incoraggia l’estrazione mineraria illegale nei territori indigeni e sostiene l’agrobusiness nel furto di terre. Questo avviene attraverso una legislazione conforme e una propaganda anti-indigena. I numerosi omicidi di indigeni impegnati politicamente non vengono quasi mai risolti e l’impunità è diffusa. Yanomami, Munduruku, Guarani-Kaiowá e molte altre popolazioni indigene riferiscono di crescenti attacchi alle loro comunità. Non ricevono alcun aiuto dallo Stato brasiliano.
Anche in Russia, Canada, Ecuador, Tanzania e persino in Norvegia le popolazioni indigene soffrono per la mancanza di rispetto dei loro diritti. Anche in questo caso, sono i desideri economici a far temere per il loro futuro. Che si tratti di rame in Norvegia, di nichel in Russia o di turismo di lusso in Tanzania, gli interessi economici hanno sempre la precedenza sul desiderio e sul diritto delle popolazioni indigene di vivere una vita autodeterminata e di preservare la propria cultura. Se queste persone vengono cacciate per avidità, la loro cultura e le loro conoscenze rischiano di andare perdute per sempre. Dobbiamo affrontare la sfida di preservare la diversità culturale del mondo. Ai popoli indigeni di tutto il mondo dobbiamo garantire rispetto per il loro stile di vita tradizionale e solidarietà nella loro ricerca di una vita autodeterminata.
La Giornata internazionale dei popoli indigeni delle Nazioni Unite si celebra in tutto il mondo il 9 agosto. La data segna la prima riunione del Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sui popoli indigeni, svoltasi nel 1982. Dal 1994, questa giornata ricorda la situazione dei circa 6.000 popoli indigeni nel mondo, con i loro circa 476 milioni di membri. In particolare, l’estrazione illegale di risorse naturali, le conseguenze del cambiamento climatico, le sistematiche violazioni dei diritti umani, la discriminazione, l’accaparramento delle terre e l’invasione dei loro territori mettono in pericolo i popoli indigeni in tutto il mondo.