Centinaia di migliaia di vittime, due città completamente distrutte. E soprattutto la consapevolezza dell’esistenza di armi strutturalmente genocide ed inumane. Questi sono i motivi di base per cui ancora oggi, a 77 anni di distanza, è importante fermarsi a ricordare nel silenzio le tragedie dei bombardamenti atomici sul Giappone del 1945.
Importante è però sottolineare come ogni anno ci troviamo il 6 e il 9 agosto non solo per una memoria dell’atomica su Hiroshima e Nagasaki, ma anche per affrontare il fuoco più devastante e pericoloso: quello nucleare. Un fuoco distruttivo in mano a pochissime persone al mondo, usato politicamente come minaccia reale, mantenuto e perfezionato con enormi costi e sicuramente il pericolo permanente più grave per umanità e pianeta. Rimane il vulnus più pesante per la democrazia. Che senso ha votare i propri rappresentanti se i capi di Stato, di Governo e i Parlamenti sono totalmente succubi di scelte imposte dai potenti detentori delle armi nucleari e non possono accettare la volontà dei popoli, che dovunque si esprimono contro la proprietà e la presenza del nucleare militare? Sappiamo che da sempre ci sono troppe persone rassegnate ad accettare la situazione esistente, ma proprio per questo noi non ci rassegniamo.
Continueremo come “Italia, ripensaci” a tenere desta l’attenzione e l’impegno della società civile, a partire dai nostri Enti Locali, per “costringere” i nostri rappresentanti politici ad avere il coraggio della democrazia per una scelta così importante e decisiva.
L’atomica non è solo memoria: è purtroppo terribile realtà. Amare l’umanità e amare il pianeta significa eliminarla.
Le celebrazioni di questo 2022 si svolgono in un contesto delicato e preoccupante, in particolare per la drammatica guerra in corso in Ucraina: Putin e il suo regime hanno potuto decidere una criminale invasione più facilmente grazie all’utilizzo della minaccia nucleare. Rivelando il vero volto di queste armi: non certo costruttrici di sicurezza ma strumenti di ricatto.
In questo momento è anche in corso la Conferenza di Riesame del Trattato di Non Proliferazione Nucleare (rimandata di due anni a causa della pandemia): un pilastro del percorso di eliminazione delle armi nucleari il cui auspicio di disarmo completo non è stato però ancora realizzato. La Conferenza di revisione del TNP si svolge in un contesto di sicurezza internazionale in rapido deterioramento, con un aumento del rischio di utilizzo di armi nucleari.
La direttrice esecutiva della campagna ICAN, Beatrice Fihn, ha sottolineato: “L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, con la minaccia di usare armi nucleari, ha spaccato la comunità del TNP, ha aumentato i rischi di utilizzo di armi nucleari e la probabilità di proliferazione nucleare. Allo stesso tempo, tutti e cinque gli Stati membri del TNP dotati di armi nucleari stanno violando gli obblighi di disarmo previsti dal trattato e aumentano il rischio di una guerra nucleare catastrofica”. L’uso di armi nucleari da parte di qualsiasi Stato avrebbe conseguenze umanitarie catastrofiche, che danneggerebbero le popolazioni di tutto il mondo.
La strada per completare finalmente il percorso per un reale disarmo nucleare (e così rendere concreto quanto già prefigurato nel Trattato di Non Proliferazione NPT) è oggi il Trattato TPAN di proibizione delle armi nucleari, che a giugno ha celebrato la sua prima Conferenza degli Stati parti. Una conferenza culminata con l’approvazione di documenti innovativi e importanti: la Dichiarazione e il Piano d’azione di Vienna. Documenti sono il modo in cui il mondo sta costruendo una potente norma contro le armi nucleari: non attraverso dichiarazioni altisonanti o vuote promesse, ma grazie ad un’azione concreta e mirata che coinvolge una comunità veramente globale di governi e società civile. A Vienna tutti sono stati ascoltati e tutti sono stati coinvolti nel disegnare il percorso per eliminare le armi più distruttive della storia umana, una vera e propria minaccia esistenziale.
La Dichiarazione di Vienna si è conclusa con un chiaro impegno da parte di questi Stati: “Di fronte ai rischi catastrofici posti dalle armi nucleari e nell’interesse della stessa sopravvivenza dell’umanità… Non ci fermeremo finché l’ultimo Stato non avrà aderito al Trattato, l’ultima testata non sarà stata smantellata e distrutta e le armi nucleari non saranno state totalmente eliminate dalla Terra”.
Le organizzazioni che fanno parte della Rete Italiana Pace e Disarmo (in particolare i “Beati costruttori di pace”, da sempre in prima fila su questo tema) hanno organizzato in questi giorni diversi appuntamenti di ricordo dei bombardamenti atomici sul Giappone, a sostegno dei percorsi di disarmo nucleare i linea con quanto richiesto dalla campagna “Italia, ripensaci”. Di seguito i dettagli:
Memoria di Hiroshima: contro le armi nucleari – 6 Agosto ore 08:00 – Padova(qui i dettagli)
Presidio per la Pace contro le armi nucleari – 6 Agosto ore 11:00 – Ivrea
Mai più Hiroshima e Nagasaki – 6 Agosto ore 21:00 – Torino (qui i dettagli)
Memoria di Nagasaki: contro le armi nucleari – 9 Agosto ore 10:00 – Aviano (qui i dettagli)
Una storia che ci riguarda – 9 Agosto ore 18:00 – Brescia (qui i dettagli)
Lanterne di pace sull’Adige – 9 Agosto ore 20:30 – Verona (qui i dettagli)