Il passaggio di testimone della memoria alle giovani generazioni attraverso la relazione e l’incontro che tornano ad essere il cuore pulsante della scuola.
Un racconto di dolore ma anche di impegno civico e di speranza per andare oltre l’odio e l’indifferenza che generano il Nemico
5 settembre 2022 – Un primo giorno di scuola straordinario e di grande emozione quello che si è svolto oggi a Rondine Cittadella della Pace.
Gli ex alunni ebrei espulsi da scuola nel 1938 a seguito delle Leggi Razziali sono tornati sui banchi al fianco degli alunni del Quarto Anno Rondine, studenti di tutta Italia che hanno scelto di frequentare nella Cittadella della pace la quarta liceo.
Esattamente 84 anni da quel 5 settembre per loro è tornata a suonare la campanella per un’ora di lezione straordinaria, un gesto simbolico come esprime il titolo dell’evento “La Scuola Restituita” realizzata da Rondine Cittadella della Pace in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
A salutare l’iniziativa anche il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi che attraverso un video messaggio ne ha sottolineato l’importanza rimarcando il ruolo della scuola: “La scuola è il battito di una comunità, e una comunità è consapevole se ha Memoria, che è la capacità di conoscere le cose e di educare. Di andare oltre anche agli avvenimenti dolorosi. Per farlo bisogna mettere dei picchetti forti, come quello che viene messo oggi, 5 settembre, a Rondine Cittadella della Pace”.
E ha aggiunto: “La possibilità per coloro che allora vennero espulsi, senza più il diritto di essere parte di una comunità, di essere presenti oggi a ridare il senso e il ritmo della nostra comunità, è un segnale fortissimo per tutti coloro che sono esclusi; testimoniano, con le difficoltà di questo momento, i valori dell’inclusione e dell’apertura, elementi fondanti della nostra scuola. Una scuola che lavora per costruire la pace. Grazie a coloro che nel 1938 furono esclusi e che ora sono portatori di inclusione”.
La lezione non poteva che iniziare con l’appello, al quale quest’oggi nessuno era assente: Miriam Cividalli, fiorentina, poetessa e autrice, fra l’altro, del memoir “Perché qualcosa resti”, Lello Dell’Ariccia, uno dei testimoni del rastrellamento del ghetto di Roma del 16 ottobre 1943 e oggi presidente di “Progetto Memoria”, Fabio Di Segni, da anni impegnato nella testimonianza in particolare nelle scuole, Claudio Fano, il cui padre fu ucciso alle Fosse Ardeatine e che all’epoca delle leggi razziali aveva nove anni, Ugo Foà, che aveva dieci anni e viveva a Napoli al tempo in cui vennero promulgate le leggi razziali, Carla Neppi Sadun, classe 1931, originaria di Ferrara, Gianni Polgar, nato a Fiume nel 1936 e residente a Roma dal 1939, Nando Tagliacozzo, romano, classe 1938, molto attivo nelle attività di testimonianza nelle scuole e di formazione degli insegnanti sui temi della Memoria. Infine la Senatrice a vita Liliana Segre, collegata da remoto.
Qual è il valore di queste testimonianze soprattutto per i ragazzi? E cosa possono infondere alle nuove generazioni?
Lavorando con i giovani di Rondine provenienti da teatri bellici di tutto il mondo vediamo come ogni guerra nasca dalla costruzione dell’idea del nemico. L’altro, il diverso smette di essere una persona. – ha affermato Franco Vaccari, Fondatore e Presidente di Rondine Cittadella della Pace – Lo stesso processo è all’origine delle Leggi razziali che ha poi portato alla Shoah e alla Seconda guerra Mondiale. Il nemico alimentandosi nell’indifferenza è stato addirittura validato da una legge. Per questo oggi rinnoviamo l’impegno a costruire relazioni non avvelenate dall’odio che posano costruire una società senza discriminazioni. Perché la scuola, a Rondine come in ogni parte del mondo, può e deve essere un presidio delle coscienze.
La “scuola restituita” è divenuta occasione per raccontare alle generazioni più giovani cosa abbia rappresentato per ciascuno dei testimoni l’esclusione dalla scuola avvenuta dal 1938, ricordandoci proprio che questa prima legge razziale abbia colpito la scuola, escludendone i bambini come Nemici.
Noemi Di Segni, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha voluto sottolineare: “La presenza degli “alunni del ’38” sui banchi di scuola insieme agli studenti di Rondine è stata davvero significativa. Questi ragazzi che si apprestano a fare studi sulla pace, geopolitici e sulla convivenza, hanno potuto avere momenti di alto spessore morale e di testimonianza storica.
Il messaggio importante, è che le leggi razziali, che avrebbero condotto all’abisso della Shoah, non sono responsabilità del nazismo, ma italiana. È necessario che chi ricopre incarichi istituzionali sia pienamente consapevole di questo passato”.
A fare da “maestro” è stato Francesco Bei, Vicedirettore di Repubblica, che ha condotto la lezione “attiva” stimolando i giovani a porre domande, a farne e farsene tante, di fronte alle diverse testimonianze: “E’ la base per sviluppare una coscienza critica – ha commentato Bei – “Per non focalizzarsi su un unico punto di vista, che spesso è indotto, ma cercando di ampliare i propri orizzonti e prospettive per formare un pensiero critico, che però va allenato ed educato. In questo il ruolo della scuola è fondamentale”.
A parlare per primo, tra i testimoni, è stato Ugo Foà che ha voluto sottolineare le ferite della propria storia di fanciullo di dieci anni al tempo in cui vennero promulgate le leggi razziali in un racconto commovente: “Quando sono stato espulso, ho pianto perché mi era stato strappato un diritto e sentivo quella ferita profonda. Quando poi sono ritornato a scuola, volevano mettermi in fondo all’aula: ma io non ho più pianto. Mi sono solo alzato…”.
“Il ricordo è necessario affinché non accada mai più che un governo autoritario possa appropriarsi del diritto e della libertà dell’individuo”. Ha evidenziato Lello Dell’Ariccia. “Quello che stiamo facendo oggi è il ricordo della prima legge antisemita, quella che ha escluso dalla scuola i bambini, i docenti, censurando anche molti testi scolastici. Tra i professori universitari esclusi ci sono stati anche premi Nobel che trovarono poi ospitalità fuori dall’Italia, tra cui figura, ad esempio, Rita Levi Montalcini”.
A chiusura delle testimonianze la Senatrice a vita Liliana Segre, in collegamento a distanza, ha voluto richiamare il ricordo della maestra: “Ho mica fatto io le leggi, rispose a mia madre, e se ne andò senza abbracciarmi” . Fu la prima porta chiusa di tante altre che sarebbero arrivate in seguito. “Si cominciò con le leggi razziali e si finì ad Auschwitz per la colpa di essere nati. Al ritorno trovai grande difficoltà nel parlare, nel far credere che quello che avevo visto con i miei occhi e che per un caso strano della vita ero ancora lì a raccontare. Di queste cose è difficile parlare, si tace o si ha la fortuna di riuscire a scrivere, come fecero Primo Levi e altri. Ma che la parola indifferenza che io ho tanto voluto al memoriale della Shoah, nel 2021, a Milano, non vinca su tutto! Rondine non è indifferente, Rondine è fantastica, e la sua scuola di inclusione è il contrario di chi ti fa trovare la porta chiusa. Grazie Rondine”.
La “scuola restituita” ha dato agli studenti l’opportunità di confrontarsi con la storia per parlare di uguaglianza, di fratellanza, di non discriminazione e gli studenti si sono stretti attorno a questi emozionanti racconti.
“Vivere questi momenti di condivisione, di relazione e anche di dolore ed esserne testimone è proprio ciò che mi ha spinto a venire a Rondine perché senza contatto umano, senza relazione, non c’è niente” ha commentato Noemi Farlucchi, studentessa del Quarto Anno a Rondine.
Matteo Crucca, studente da Cuneo, ha aggiunto: “Mi trovo immerso nella memoria, ad un passo dai protagonisti, preziosi, della Storia. Nei libri c’è la distanza del testo scritto, qui c’è la concretezza, posso toccare con mano la storia che viene trasferita oralmente, attraverso la relazione e l’esperienza diretta, che mi rende testimone. E’ questo il valore legato alla scuola e all’educazione ed è una fortuna per me trovarmi qui”.
Simbolo della “scuola restituita” è stata anche la consegna degli attestati di partecipazione a ciascuno dei testimoni: “Rondine conferisce la ‘Cittadinanza onoraria’ della Cittadella della Pace e, conseguentemente, l’iscrizione al Quarto Anno Liceale di Rondine per l’anno scolastico 2022-23, ritenendola parte integrante della comunità di Rondine e alleata nell’impegno di lotta contro ogni forma di esclusione, discriminazione e violenza per costruire insieme un futuro di convivenza civilee di pace”, si legge sull’attestato.
Anche gli studenti della World House, lo studentato internazionale di Rondine, sono stati vicini ai testimoni e hanno accolto i nuovi studenti del Quarto Anno a Rondine in questo storica storica di restituzione: “Sentiamo una profonda unione con voi, con le vostre storie dolorose. Ma anche se vittime non ci arrendiamo e vogliamo essere responsabili delle nostre vite e di quelle degli altri. Ogni giorno qui a Rondine cerchiamo di costruire relazioni nuove che ci facciano uscire dall’idea del nemico e dall’indifferenza”. ha detto Sharizan Shinkuba, a nome di tutti i giovani di Rondine, lei ex studentessa della World House di Rondine di origine abcasa, zona del Sud Caucaso teatro di una guerra scoppiata nel 1992 e i cui effetti sono ancora vivi e presenti nella nostra società.
Un incontro tra diverse generazioni che ha abbracciato tutta la scuola. Infatti la lezione è stata seguita anche dai licei aretini Vittoria Colonna, Francesco Redi e Francesco Petrarca con le classi della “Sezione Rondine”, il nuovo progetto formativo, sviluppato con l’Ufficio Scolastico Provinciale di Arezzo, che porta il Metodo Rondine direttamente nelle scuole d’Italia.