Extinction Rebellion e Scientist Rebellion, dopo l’occupazione di uno stand compiuta martedì e nonostante la pioggia di denunce e fogli di via, sono tornati ieri notte alla mostra Gastech, in corso presso i padiglioni di Rho di FieraMilano.
Questa volta di notte, le attiviste e gli attivisti hanno proiettato sugli edifici della Fiera a caratteri cubitali i loro slogan contrari ai combustibili climalteranti e soprattutto al gas fossile, oggetto di questa discutibilissima mostra.
Ecco cosa si poteva leggere anche da grande distanza sulle strutture di FieraMilano, sia in inglese che in italiano,in alcuni casi con tanto di logo Gastech in una operazione di vero e proprio brandalising (‘vandalizzazione del brand’, una pratica molto diffusa nel nord Europa).
IL GAS NON È VERDE
GAS FUELS THE CLIMATE CRISIS
GAS FUELS DICTATORS
GASTECH = CRIMINALI CLIMATICI
DISINTOSSICARSI, BASTA SPACCIATORI DI GAS
GAS FOSSILE: VERSO UN FUTURO CATASTROFICO
FOSSIL GAS: LOOK TOWARDS A CATASTROPHIC FUTURE
L’ERA DEL GAS DEVE FINIRE
THE GAS ERA MUST END
MONDO SENZA FOSSILI, TRANSIZIONE SENZA GAS
GASTECH: JUST GREENWASHING
Mentre la proiezione era in corso Francesco, di Scientist Rebellion spiegava: “Il segretario generale dell’ONU Guterres ha definito ‘criminale’ il perseguimento di ulteriori investimenti nei combustibili fossili, mentre Papa Francesco ha appena chiesto ai potenti di ‘ascoltare il grido della terra’. Allo stesso tempo a Milano si riunisce il gotha delle aziende responsabili delle emissioni che stanno portando il pianeta verso la catastrofe climatica seminando morte, fame e distruzione! E’ la catastrofe che colpisce oggi il Pakistan, ma di cui abbiamo visto innumerevoli segni anche nel nostro Paese con le ondate di calore, la gravissima siccità, la morte dei fiumi e dei ghiacciai, i danni all’agricoltura e gli eventi meteorologici estremi di questa lunghissima estate.
Noi non ci facciamo incantare da chi, come i produttori stessi e i politici al loro soldo, ci dice che il gas fossile (ci ripugna chiamarlo ‘naturale’) è un combustibile ‘ponte’, meno inquinante di carbone e petrolio e dunque adatto alla transizione ecologica. Addirittura questa potentissima lobby è riuscita a far inserire il gas nella tassonomia degli investimenti ‘verdi’ della Comunità Europea”.
Era poi Sara di Extinction Rebellion che continuava spiegando: “Il gas fossile non è una soluzione perché ha due pesanti effetti climalteranti: (1) la sua combustione produce grandi quantità di CO2 che restano per moltissimi anni in atmosfera; (2) è esso stesso, ancora prima di essere bruciato, un gas climalterante, ottanta volte più potente della CO2 dai primi vent’anni da quando viene disperso in atmosfera, in enormi quantità, durante tutte le fasi del processo produttivo.
Eni, Chevron, Exxonmobil, Conocophilips, Total, Shell, British Petroleum, Petronas: sono tutte qui al Gastech, a gloriarsi della scoperta di nuovi giacimenti, di nuovi progetti ecocidi in Nigeria, Angola, Amazzonia, Basilicata, nel Mediterraneo, delle ottime relazioni con dittatori e satrapi vari (Egitto, Qatar, Azerbaijan, Tunisia) che stanno sostituendo la Russia di Putin consentendoci al più di cambiare spacciatore, non certo di disintossicarci dalla dipendenza fossile!
Queste aziende, cui auguriamo di cuore di perdere ricchezza e potere sotto la spinta radicale di milioni e milioni di attivist@ per la giustizia eco-climatica di tutto il mondo, tra cui i loro stessi dipendenti, si vantano soprattutto degli enormi aumenti di fatturato e profitti che stanno realizzando grazie alla guerra e alla speculazione finanziaria sul prezzo del gas.
Solo Eni ha dichiarato per il primo semestre 2022 un aumento del 600% degli utili! E quanto stiano guadagnando l’abbiamo visto tutt@ nelle nostre bollette: ci stanno derubando e con i nostri soldi continuano a distruggere il nostro unico pianeta!”
Questo il loro appello finale: “Come attiviste ed attivisti di Extinction Rebellion e Scientist Rebellion siamo qui nell’intento di rovinare loro la festa, in modo deciso e nonviolento, consapevoli dei rischi legali cui andiamo incontro, chiamando l’intero movimento per la giustizia ecoclimatica a scegliere con noi la strada dell’azione diretta e della disobbedienza civile.
Cambiamo! Ribelliamoci!
Ribelliamoci a questo sistema che vorrebbe sfruttarci e basta, a cui non interessa il nostro benessere ma, solo il profitto, decidiamo di investire tempo e risorse per abbattere le emissioni e provare a salvarci. Investiamo sulle rinnovabili e sulle comunità energetiche che ci affranchino dai megaprogetti irrispettosi dei territori propugnati dai colossi fossili, recuperiamo vera sovranità energetica a livello locale, senza più compromessi vergognosi con i dittatori”.