Pubblichiamo le prime reazioni di solidarietà con i giovani – colpiti duramente dalla violenza istituzionale di ieri – che volevano esprimere il loro dissenso contro il disegno politico reazionario della destra postfascista, volto a smantellare le conquiste delle donne (abolizione dell’aborto, in primis) ed arginare i diritti di libertà delle persone, nonché sopprimere l’unica vera misura di sostegno contro la povertà e l’emarginazione – come il reddito di cittadinanza – che ha salvato dalla disperazione le sempre più ampie fasce deboli della società, ora minacciate dal caro-vita ancor più cresciuto a seguito della guerra in Europa
Forti cariche sui manifestanti – A Palermo era atteso il comizio di Giorgia Meloni, in piazza Politeama. Un buon gruppo di manifestanti – studenti, transfemministe e lavoratori – ha provato a portare il suo dissenso in piazza, con cartelli che recitavano “Aborto garantito” e “Si al reddito”. I manifestanti sono stati dapprima bloccati, vietando loro di partecipare alla manifestazione pubblica. Successivamente sono stati circondati da un elevatissimo numero di forze dell’ordine, su Via Ruggero Settimo, altezza piazza principe di Belmonte. Dopo varie provocazioni, il gruppo di manifestanti è stato rinchiuso su tutte le vie di fuga per poi essere caricate e picchiate a freddo dalle forze dell’ordine. Tra questi, è importante sottolineare che anche una giornalista è stata vittima della carica da parte della polizia. Quello che è successo è gravissimo. Se queste sono le premesse a 5 giorni dal voto, non possiamo stare a guardare.
Potere al Popolo – Palermo
Durante la manifestazione in risposta al comizio di Fratelli d’Italia in Piazza Politeama, le forze dell’ordine hanno deciso di allontanare ogni voce di dissenso e, con forza, hanno accerchiato e caricato le persone lì presenti, tra cui anche noi. La violenza è continuata con manganelli anche quando i e le manifestanti hanno dichiaratamente espresso l’intenzione di andare a casa, in direzione opposta al comizio. Tutto ciò è un inquietante segnale della repressione della libertà di espressione e un agghiacciante esempio della violenza della polizia durante il comizio di un partito che pretende di essere il primo d’Italia. Esprimiamo piena solidarietà con tutte le persone che hanno subito violenze da parte della polizia e con la persona che è stata fermata. Fuori Meloni da Palermo, meglio porcə che fascistə, sempre!
Arci Porco Rosso
Un comizio, quello della Meloni. La volontà di esprimere il nostro dissenso e il tentativo di contrastare pratiche securitarie violentemente repressive. Ci è stato negato il diritto di attraversare il suolo pubblico, di attraversare liberamente la città. E da lì la follia repressiva, da lì le manganellate: stavamo tornando a casa ma ci hanno accerchiati, impedendoci di varcare i limiti della strada, e caricati SENZA ALCUN MOTIVO, e SENZA altrettanto ALCUN MOTIVO uno dei ragazzi che casualmente si trovava in prima fila è stato portato in questura. Ora siamo qui, presso la Questura di villa Bonanno, per dare tutto il nostro sostegno al compagno fermato. SENZA DI LUI NON CE NE ANDIAMO! (il ragazzo è stato poi rilasciato,ndr)
Centro Sociale Anomalia
Solidarietà ai manifestanti che hanno contestato la fascista Meloni. Esprimiamo la massima solidarietà a tutti coloro che hanno contestato il comizio che la fascista Meloni stava facendo al Politeama a Palermo e che sono stati prima bloccati e poi caricati a freddo dalla polizia. La repressione poliziesca si abbatte ancora una volta su chi esprime tutto il proprio giusto e più che legittimo ribrezzo nei confronti della politica borghese rappresentata in questo caso dalla nera esponente di FdI, razzista contro i migranti, contro proletari e masse popolari attaccando per esempio il reddito di cittadinanza mentre è a favore dei miliardi da regalare ai padroni a fondo perduto, che attacca i diritti delle donne conquistati con la lotta a cominciare dal diritto all’aborto, un partito quello della Meloni che è una vera associazione a delinquere ramificata nel paese, sostenitrice della guerra imperialista, dell’invio armi in Ucraina al servizio degli interessi dei padroni e dell’imperialismo, principalmente Usa. Anche questi fatti dimostrano che lavoratori, operai, proletari, donne, giovani, migranti devono attrezzarsi e organizzarsi per rispondere con la necessaria lotta contro repressione e contro ogni attacco antioperaio, antiproletario, razzista, sessista dentro la tendenza della borghesia al moderno fascismo che avanza.
Slai cobas per il sindacato di classe Palermo/Sicilia