I quartieri erano in passato il luogo in cui si esprimeva la socialità e la solidarietà dei vicini: il processo progressivo che ha portato il centro della vita delle persone dalla piazze verso l’interno delle case e dei nonluoghi li hanno trasformati via via in mega dormitori deserti nella maggior parte della giornata. Questo processo, iniziato negli anni 60 subendo un’accelerazione negli anni 80 e 90, ha svuotato progressivamente i luoghi della socialità: prima le piazze, poi i circoli giungendo ormai ai cinema ed agli oratori.
La Festa dei Vicini vuole, nelle sue intenzioni, invertire questa tendenza riportando i cortili e le piazze alla loro funzione originaria, ovvero a luoghi di comunicazione e scambio, luoghi dove ci si conosce nella diversità: lanciata la prima volta a Parigi nel 1999 ed a Torino nel 2006, quest’anno riprende dopo la pausa del covid. Con il patrocinio del Comune di Torino le associazioni ed i gruppi di quartiere hanno organizzato settantotto eventi in tutta la città.
Un bel pomeriggio ad Aurora
Uno degli eventi si è tenuto ieri in lungo Dora Savona angolo Ponte del Carbone, ponte intitolato a Moussa Balde dalle associazioni del quartiere; la Casa Umanista di Torino si è incaricata di organizzare il presidio dalle 16 alle 20 in partenariato con AMMI, Associazione Arteria, Aurora in Movimento, Uisp Torino, Associazione Zhi Song.
In quell’angolo di quartiere è stato possibile chiacchierare assaggiando le specialità portate da amici e vicini, giocare a calcetto o a jenga, preparare lavoretti con la carta nel tavolino per i bimbi, ascoltare la musica dal vivo di Ibson Daone, in poche parole rendere vivo e vitale uno spazio, ricostruendo il tessuto sociale e costruendone uno nuovo con le relazioni tra le diverse culture che vivono nel quartiere.