L’UNHCR, che monitora la situazione a Trieste e sul confine con la Slovenia, ha indetto un tavolo con le realtà che si occupano di migranti
A questo tavolo la Caritas della città ha risposto no. Dichiarando che non è disposta a sedersi con Linea d’Ombra ODV, l’associazione fondata da Lorena Fornasir e Gian Andrea Franchi, che si occupa della cura dei migranti giunti dalla rotta balcanica a Trieste.
Le ragioni del rifiuto da parte ecclesiastica, in base a ciò che LdO pubblica sulla sua pagina Facebook, atterrebbero a posizioni in difesa della legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza e contro la discriminazione verso le persone LGBTQIA+ da parte dell’organizzazione di volontariato, discriminazione peraltro illegittima in base agli articoli 2 e 3 della Costituzione italiana.
Ciò che sorprende è la totale decontestualizzazione delle disputa da parte delle autorità ecclesiastiche triestine. E’ un tavolo che riguarda il problema dei migranti, problema che attiene letteralmente alla sopravvivenza di chi è in viaggio.
Una posizione che di fatto appare come demagogica ed estremista. Lo avremmo detto anche di LdO se non si fosse presentata al tavolo per le posizioni antiabortiste della Chiesa, ma questo Linea d’Ombra non lo ha fatto, mettendo in primo piano la solidarietà verso chi sta affrontando circostanze quasi invivibili.
Il piano politico – la Chiesa “da secoli” interviene su questo – e il piano fattivo, di “caritas” appunto, attengono a piani differenti. Quello fattivo esula dalle rispettive lecite posizioni su temi politico-sociali. Posizioni peraltro garantite dall’art.21 della Costituzione.
La Caritas triestina si sarebbe resa disponibile ad un “incontro privato” con l’UNHCR, non pubblico, anche questo aspetto desta non pochi interrogativi.
Resta da capire se LdO sia invisa ad un eventuale coagulo di potere all’interno della città, che certamente mal vedrebbe un’organizzazione di volontariato “ingestibile”, molto famosa in Italia, che rischia da una parte di mettere in “ombra”, appunto, realtà “solidali” più istituzionali e dall’altra di far emergere eventuali contraddizioni e/o malcelata indifferenza.
Abbiamo cercato di contattare telefonicamente Don Amodeo della Caritas di Trieste per un commento ma non è stato possibile.
Vogliamo pubblicare una mail che abbiamo ricevuto dopo aver dato la nostra disponibilità a partecipare ad un incontro voluto da UNHCR sulla situazione imbarazzante che l’accoglienza a Trieste sta vivendo, cui erano invitate molte realtà differenti.
Ad oggi sono circa 300 persone che dormono in strada pur avendo iniziato la procedura di accoglienza e avendo così diritto a un tetto sopra la testa. Per noi prima di tutto viene la missione che ci siamo dati: sostenere la popolazione migrante e denunciare gli abusi che questa subisce.
Ecco la mail che ci è arrivata dalla Caritas Diocesana di Trieste, che evidentemente ha priorità diverse dalle nostre. Secondo noi si commenta da sola