L’attivista curdo Xwasnav Ata continua dal 5 agosto la sua “Veglia di giustizia” davanti alla sede dell’OPCW (Organizzazione per la proibizione dell’uso delle armi chimiche) all’Aia, in Olanda, per prostrare contro la sua inazione e farla conoscere all’opinione pubblica. Ha perso due nipoti nella resistenza contro l’esercito turco, una delle quali è morta a causa dell’uso di armi chimiche.
Il fatto che l’OPCW non sia interessata ai rapporti sull’uso di armi chimiche da parte della Turchia in Kurdistan è noto da tempo. Tuttavia, non è nemmeno un segreto che questa sia una violazione dei suoi obblighi.
Ogni giorno, tra le 10.00 e le 13.00, l’attivista curdo tedesco si presenta davanti all’edificio per ricordare ai responsabili le ragioni della creazione dell’OPCW e per chiedere il loro intervento contro l’uso di armi tossiche da parte della Turchia in Kurdistan.
“Lo Stato turco ha ucciso mia nipote con sostanze chimiche. Perché non indagate?” È scritto su un cartello di cartone viola tenuto da Xwaşnav Ata. Si riferisce alla guerrigliera Binevş Agal (Gülperin Ata), morta alla fine di maggio mentre resisteva all’invasione turca a Kuro Jahro, nella regione di Zap, nel Kurdistan meridionale (Iraq settentrionale).
Le Forze di Difesa del Popolo (HPG) avevano affermato in merito alle circostanze della morte che l’esercito turco aveva usato per diversi giorni armi chimiche contro le postazioni della guerriglia dove Binevş Agal era in azione. Da mesi, l’HPG denuncia quotidianamente attacchi documentati con armi chimiche da parte dell’esercito turco.
Ma l’OPCW, di cui lo Stato turco è membro dal 1997, preferisce tacere. Nonostante tutti i rapporti dell’HPG sull’uso di armi chimiche, gli appelli delle istituzioni curde, i risultati delle ricerche di organizzazioni e singoli individui, nonché le proteste di massa della comunità curda della diaspora, l’OPCW non è disposta ad attivarsi in merito alle accuse contro Ankara. Anche i tentativi delle delegazioni curde di incontrare i funzionari dell’organizzazione sono stati ripetutamente respinti. L’organizzazione ha perfino ignorato un dossier con documenti concreti e prove dell’uso di armi chimiche. La Turchia può violare impunemente il diritto internazionale di guerra.
“Non lo accetto e non lo accetterò”, afferma Xwaşnav Ata. “Non è possibile che i bambini del popolo curdo vengano uccisi da brutali attacchi con armi chimiche da parte dello Stato turco e che l’OPCW stia a guardare. L’opinione pubblica deve sapere che l’unico obiettivo della nostra società è la giustizia. Vogliamo che l’OPCW indaghi sull’uso di armi chimiche da parte della Turchia e la punisca di conseguenza. Finché questa richiesta rimarrà inevasa, non porrò fine alla mia protesta”.
Un’altra nipote di Ata è stata uccisa a Dersim lo scorso dicembre. Quest’uomo coraggioso e determinato chiede a persone, artisti, intellettuali di passare ad appoggiare la sua presenza. Facciamo conoscere la sua lotta.
Fonti: https://opcwinvestigate.org
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Nuovo report sull’uso di armi chimiche in inglese: https://opcwinvestigate.org/?p=16673