Julian Assange, creatore del sito WikiLeaks e attualmente detenuto nel carcere londinese di Belmarsh, deve essere liberato perché la sua incarcerazione scoraggia il giornalismo investigativo, anche nel campo ambientale, intimidendo giornalisti ed editori.
Fervono i preparativi per la giornata del 15 ottobre: 24 ore di eventi in tutto il mondo, per Julian Assange, il giornalista di Wikileaks che ha rivelato i crimini delle guerre in Afghanistan e in Iraq degli Stati Uniti, e ora è in carcere in Gran Bretagna, rischiando l’estradizione negli Stati Uniti. Una maratona di dibattiti, sit-in, eventi artistici. Ne parliamo con Olivier Turquet, giornalista di Pressenza, la testata giornalistica che ha lanciato l’evento e con Patrick Boylan, componente del gruppo Free Assange Italia e curatore del libro “Free Assange”, edizioni Left.
Patrick Boylan, perché questa campagna e perché la liberazione di Assange è importante anche per le cause ambientali?
Julian Assange è stato punito, ingiustamente incarcerato e imbavagliato, gli è stato impedito di fare informazione. Julian Assange rischia di essere estradato negli Stati Uniti e condannato a morte con 175 anni di carcere. Come per le guerre, la distruzione ambientale viene venduta alla gente con delle bugie. Assange ha detto: “Dal momento che le guerre vengono avviate dalle bugie, possono essere fermate dalla verità.” Ed è vero. Ma questo principio vale anche per gli scempi ecologici fatti passare per necessari o addirittura benefici. Per fermarli, serve una comunicazione ambientale seria, scientifica, indipendente e veritiera.
Come Wikileaks?
Certo, si tratta di un canale indipendente, in grado di raccogliere le denunce di illeciti, e garantire l’anonimato delle fonti che spesso e volentieri lavorano all’interno delle aziende incriminate (“whistleblower”). Pensate a quanta gente lavora dentro a multinazionali, banche, grande imprese. Se non garantiamo la loro sicurezza e il loro anonimato, se non diamo loro un modo sicuro di esprimersi, i reati ambientali di cui eventualmente verranno a conoscenza resteranno sempre nell’ombra.
Wikileaks sfrutta la forza democratica della rete, ma al contempo è una canale serio, perché tutti i documenti vengono analizzati e verificati, omessi i nomi delle persone a rischio. E’ un canale rivoluzionario, innovativo, efficace per far “trapelare” (leak appunto) e denunciare al mondo le informazioni su guerre, torture, reati ambientali. Io credo che, affinché l’ecologia possa disporre dell’arma della verità, ci vogliano 10-100-1.000 WikiLeaks nel pianeta. E bisogna che Julian sia liberato perché la sua incarcerazione scoraggia il giornalismo investigativo, anche nel campo ambientale, intimidendo gli editori. Ma solo una grande mobilitazione di opinione pubblica in tutto il mondo potrà salvare Julian Assange.
Olivier Turquet, cosa è previsto per il 15 ottobre?
Sono 24 ore non stop dove giornalisti, attivisti, artisti, persone di cultura manifesteranno in tutto il pianeta per la libertà di Julian. La manifestazione comincerà in un punto preciso a una certa ora del 15 ottobre e durerà 24 ore, durante le quali una diretta collegherà tutte le iniziative del pianeta.
Saranno organizzati eventi locali che si collegheranno con la 24 ore in un momento e per un tempo preciso. Puntiamo alla massima apertura, diversità e creatività possibili – un piccolo evento di quartiere, uno spettacolo, una manifestazione, un incontro tra amici, un video, un’intervista radiofonica, una dichiarazione. A Como e Reggio Emilia, già da mesi, gli attivisti si siedono a terra ogni sabato, dentro un rettangolo disegnato con i gessetti di tre metri per due, le dimensioni della cella di Assange, spiegando ai passanti perché è stato incarcerato Julian.
Abbiamo creato un sito https://www.24hassange.org/it/ in molte lingue, una pagina Facebook, un canale Telegram, https://t.me/Assange24h. Ovviamente la mobilitazione andrà avanti oltre il 15 ottobre.
Ad oggi chi partecipa?
Sono arrivate tantissime adesioni, moltissime anche le associazioni ambientaliste, proprio perché è chiaro il legame tra la lotta per i diritti umani nel mondo, la libera informazione e la tutela ambientale. Julian Assange è il simbolo di tutti i giornalisti, le giornaliste, le voci libere che con lui possono essere messe a tacere, rappresenta un modello di mondo nuovo e migliore dove l’ingiustizia va condannata e i diritti umani difesi.
Qui ci sono tutte le adesioni e chi vuole può aderire segnandosi nell’apposito form: https://www.24hassange.org/it/adesioni/
Fonte: https://www.wordnews.it/24hxassange-perche-anche-il-mondo-ambientalista-dovrebbe-aderire