Attraverso una chiacchierata con i responsabili del Gruppo di Acquisto Immobiliare Cohousing Roma scopriamo i vantaggi del progettare e realizzare soluzioni abitative condivise, che prendono il meglio di esperienze come ecovillaggi, comuni e social housing in un contesto urbano e favoriscono socialità e sostenibilità.
Cohousing Roma è un’associazione che si è posta l’obiettivo di tessere una rete fra coloro che vorrebbero vivere in cohousing nella città di Roma e provincia mettendo in contatto persone, famiglie e gruppi fra loro affini. Basata su un vicinato elettivo e una progettazione partecipata, l’associazione è aperta a curiosi e interessati a cambiare in meglio la propria vita quotidiana e condominiale.
L’iniziativa nasce a maggio 2022 a partire da alcune famiglie intenzionate a realizzare un cohousing a Roma che fondano un’associazione organizzata spontaneamente e senza fini di lucro intorno ai temi del cohousing e del vicinato elettivo. «Oltre a cercare un gruppo e uno spazio per noi, abbiamo voglia di dare vita a una comunità in senso ampio, attorno alla quale ruotino interessi, vite, famiglie. Un gesto verso il futuro», ci spiega Francesco, uno dei fondatori del progetto.
OBIETTIVI E CARATTERISTICHE
Il gruppo di acquisto immobiliare in cohousing si configura come un’alternativa vantaggiosa rispetto al classico acquisto immobiliare in forma singola, tramite il quale è possibile realizzare la casa dei propri sogni facendo convergere il risparmio energetico, le energie rinnovabili e la bioedilizia, all’interno di un contesto condominiale improntato sulla condivisione, collaborazione, vicinanza.
Tutto ciò mantenendo costi e tempi di realizzazione contenuti e la qualità della vita, sia individuale che di vicinato, superiore alla media. «La finalità del Gruppo di Acquisto Immobiliare Cohousing Roma – Vicinato Elettivo è raccogliere gli interessi di persone o famiglie intenzionate all’acquisto alla progettazione e realizzazione di case e spazi condominiali sostenibili ed al contempo estremamente vivibili da un punto di vista sociale e delle relazioni di vicinato che si creano», spiega Francesco.
L’opportunità che il cohousing offre risulta ancora più evidente e ricca di vantaggi, in quanto ad esempio risulta molto più conveniente allestire un unico spazio multi-funzionale in locali condivisi al di fuori della propria abitazione, dove svolgere il proprio lavoro – coworking. In questo modo si vanno a condividere le spese e a incrementare la qualità della vita propria e in comune.
«Ciò e possibile grazie alla realizzazione di una comunità di coabitazione sostenibile, dove si può conoscere in anticipo tutti i futuri vicini di casa, che è basata su un modello di partecipazione attiva, sull’aiuto reciproco e sulla volontà di mettere in compartecipazione competenze e tempo, anche attraverso forme di scambio non squisitamente monetarie».
PROGETTAZIONE PARTECIPATA
Quello del cohousing risulta dunque un raro modello di partecipazione attiva, basato sull’aiuto reciproco e sulla volontà di mettere in compartecipazione competenze e tempo. E come funziona il gruppo di acquisto immobiliare in cohousing fondato su tali presupposti?
Francesco spiega che «ogni gruppo di interessati, in base alle proprie esigenze, alle disponibilità economiche, alla zona di interesse ed alla tipologia di abitazione desiderata, partecipa alla realizzazione di un progetto immobiliare di 6-12 unità abitative singole (in condominio o villini) più ampi spazi in condivisione». Ciò attraverso, per esempio, lo strumento della Cooperativa Edilizia di Abitazione, che permette ai soci di contribuire a tutte le fasi di sviluppo del progetto.
UNICITÀ DI UN CONDOMINIO ELETTIVO IN COHOUSING
Un condominio elettivo in cohousing non è un ecovillaggio, anche se può ispirarsi ai principi della sostenibilità ambientale; non è un social housing, benché promuova socialità e supporto reciproco; e non è una comune, ma valorizza spazi e servizi comuni per migliorare la qualità della vita. Ma allora quali sono le sue peculiarità? Innanzitutto le decisioni vengono prese con il metodo del consenso: «In questo modo la progettazione partecipata delle parti comuni diventa un processo collaborativo dove far spazio alle singole necessità ed alle opportunità (sia organizzative che economiche) che un gruppo ben strutturato e coeso può offrire».
Poi c’è il fondamento dell’economia della condivisione o sharing economy, in base al quale gli spazi in comune diventano luoghi di socializzazione permettendo agli abitanti di uscire dall’anonimato cittadino e di entrare a far parte di una rete di relazioni di qualità. Tutto ciò senza, però, ledere la proprietà privata della propria abitazione che rimane un caposaldo del progetto. «Rispettare la privacy di ognuno è importante, perciò condividere è un’opportunità non un obbligo. In questo modo si ha maggior interesse e rispetto delle aree comuni», sottolinea Francesco.
Il cohousing è basato su un modello di partecipazione attiva, sull’aiuto reciproco e sulla volontà di mettere in compartecipazione competenze e tempo
MODALITÀ DI REALIZZAZIONE
«Si comincia dalla creazione del gruppo di interesse, poi si passa per l’acquisizione del bene o del terreno, fino ad arrivare all’effettivo completamento dell’opera». Durante le prime fasi di creazione dei futuri gruppi di co-housing si raccolgono gli interessi e le necessità delle persone attraverso un questionario di orientamento che si trova sul sito dell’associazione. Questo perché il successo dell’iniziativa deriva soprattutto dal fatto che le persone abbiano un’idea abbastanza chiara di dove e come vogliono abitare. Nella fase successiva si creano i singoli gruppi sulla base della zona di interesse, sui bisogni abitativi e sulle necessità di condivisione dei singoli membri.
Se si raggiunge la stabilità del gruppo e si manifesta concretamente l’interesse, si procede alla creazione della struttura in forma di cooperativa edile, associazione, e altre forme aggregative formali. Essendo elevata la qualità del progetto e i vantaggi garantiti, in media sono necessari dai 2 ai 4 anni per realizzare un progetto di cohousing, valutandone con precisione i costi e tutte le caratteristiche. «Attualmente il progetto è alle prime fasi – racconta Francesco –, stiamo organizzando i gruppi e raccogliendo gli interessi, quindi non c’è ancora il progetto realizzato».
Ma ciò che si ottiene da una scelta di vita tanto qualitativa, condivisa e partecipata è di gran lunga superiore agli sforzi necessari per realizzarla. Sforzi ben ripagati dai benefici ottenuti. Chi volesse entrare a far parte di un progetto su Roma e provincia può visitare il sito e trovare tutte le informazioni necessarie e i passi da compiere per iniziare l’avventura.