La decisione della Magistrate’s Court di Londra di negare la libertà su cauzione a Julian Assange rende arbitraria la sua detenzione, che si protrae in condizioni punitive da oltre un anno nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh.
“Invece di andare finalmente a casa dai suoi cari e dormire nel suo letto per la prima volta in quasi 10 anni, Assange è tornato nella sua cella solitaria”, ha dichiarato Nils Muižnieks, direttore per l’Europa di Amnesty International.
Assange era in carcere da oltre un anno in attesa della decisione sulla richiesta di estradizione da parte degli Usa. Lunedì 4 gennaio una giudice aveva dichiarato che l’estradizione sarebbe stata illegale. Il rifiuto di concedere la libertà su cauzione all’indomani di questa decisione rende arbitraria la detenzione di Assange.
Nella sua sentenza, la giudice aveva fatto riferimento al preoccupante stato di salute mentale di Assange e al rischio derivante per la sua salute dalla pandemia da Covid-19 in pieno corso nel Regno Unito.
“È evidente che in primo luogo Assange non avrebbe dovuto attendere in carcere l’esito della richiesta di estradizione. Le accuse nei suoi confronti erano politicamente motivate e il Regno Unito non avrebbe dovuto aiutare gli Usa nella loro incessante ricerca dell’estradizione”, ha aggiunto Muižnieks. “Gli Usa si stanno comportando come se avessero giurisdizione in ogni parte del mondo per perseguitare chiunque riceva e pubblichi informazioni sulle malefatte del governo. La decisione odierna sembra indicare che la giustizia britannica non si metterà di traverso”, ha concluso Muižnieks.
Ulteriori informazioni
La richiesta di estradizione da parte degli Usa si basava su accuse che derivano direttamente dalla diffusione di documenti riservati nell’ambito del lavoro giornalistico di Assange con Wikileaks. Rendere pubbliche informazioni del genere è una pietra angolare della libertà di stampa e del diritto dell’opinione pubblica ad avere accesso a informazioni di interesse pubblico. Tutto questo dovrebbe essere oggetto di protezione e non di criminalizzazione.
Se estradato negli Usa, Assange avrebbe potuto affrontare 18 capi d’accusa: 17 ai sensi della Legge sullo spionaggio e uno ai sensi della Legge sulle frodi e gli abusi informatici. Avrebbe anche rischiato gravi violazioni dei diritti umani tra cui condizioni detentive, come l’isolamento prolungato, che potrebbero equivalere a maltrattamento o tortura. Assange è stato il primo soggetto editoriale a essere incriminato ai sensi della Legge sullo spionaggio.