26 gennaio 2021. El Espectador
Cinque parlamentari del Polo Democratico hanno deciso di donare il loro aumento salariale (in modo retroattivo) agli operatori sanitari del Chocó. In silenzio, senza chiasso, senza chiedere permesso ai trasformatori e ai consumatori di marmellata, semplicemente lo hanno fatto, perché nessun regime – per quanto irregolare o perverso che sia – può proibire la solidarietà. Mentre altri cercano argomenti pseudo-giuridici per rifiutarsi di ridurre l’abisso dell’iniquità, questi quattro senatori e un deputato hanno esercitato il loro diritto ad agire come bravi esseri umani e hanno dimostrato che – quando si vuole – nulla impedisce di professare la logica della virtù.
Sarebbe una Colombia diversa se si desse maggiore importanza al superare gli ostacoli che a crearli. Se si desse a ciascun intento umanitario una opportunità di cristallizzarsi, e non un pugno nello stomaco. Noi saremmo diversi se comprendessimo che è l’empatia l’ossigeno del tessuto sociale. E non si sprechino i critici: l’empatia non è una questione di colore politico; è una questione di colore vitale.
È curioso… ci sono scuole quasi per tutto, però non ricordo di aver visto molti annunci di corsi per sviluppare un sesto senso che porti a mettersi nei panni dell’altro. Ogni dieci messaggi di adulti dedicati a forgiare ragazzini competitivi, è già molto se ne avremo uno volto alla formazione di cittadini solidali. È impressionante il discorso della maggioranza dei genitori, insegnanti e capi. Devi vincere, devi essere il primo, non fermarti a dare una mano, non perdere tempo che il tempo è oro. Arriva lì la loro dialettica e generalmente omettono l’avvertimento finale: nessun oro giustifica un’infamia.
Non mi pare simpatico un mondo diviso tra vincitori e vinti, tra compratori e venduti, tra prepotenti e bisognosi. La figura geometrica dell’umanità è ancora una piramide, nella quale tutte le dimensioni della povertà hanno occupato per secoli quella grande base ampia e ingiusta, in cui vivono e muoiono gli stessi vulnerabili di sempre. È molto triste pensare che ciò che di più democratico ci è accaduto negli ultimi 100 anni sia questo maledetto virus che ha colpito più di 98 milioni di persone e ha mietuto più di due milioni di vittime… contadini e artisti, ricettatori, uomini d’affari, medici e operai; preti, soldati, sciamani e marinai; insorti, architetti e trovatori, è venuta la morte a riunirli, quando non c’è più alcun senso. C’è qualcosa di gravemente sbagliato nella convergenza sociale se il nostro principale punto d’incontro è il cimitero.
E parlando di incontri e di democrazia, si è tenuta la seconda assemblea straordinaria delle FARC, durata tre giorni. Che la sue conclusioni insegnino ai partiti tradizionali che il bene comune è al di sopra degli interessi particolari; che l’unica leadership davvero valida è quella esercitata dal popolo, con il popolo e per il popolo. Il resto è un miraggio. Gli ex combattenti hanno mantenuto la loro parola e lavorato al loro impegni per la pace per quattro anni. Sono stati assassinati 253 dei loro compagni, i fondi promessi non arrivano e il governo snatura il piano di sicurezza e protezione. Benvenuto il nuovo nome #Comunes, non è una questione semantica; si tratta di evolvere da uno stigma schiacciante a una prospettiva di futuro e riconciliazione. Abbiamo bisogno di tutti, di unire le mani e gli spiriti autenticamente disarmati e di immaginare, costruire e rispettare una linea d’orizzonte che abbia la forma della pace.
Traduzione dallo spagnolo di Manuela Donati. Revisione: Silvia Nocera