In questi giorni è stato siglato un progetto di grande interesse inerente il mondo carcerario, con il quale si propone un percorso riabilitativo in grado di promuovere la rieducazione dei detenuti attraverso il Programma di educazione alla pace (PEP), ideato dalla Fondazione Prem Rawat, programma già utilizzato con successo a livello internazionale come strumento di riabilitazione nelle strutture carcerarie di diversi paesi nel mondo ed implementato con successo nel carcere di Venezia Santa Maria Maggiore e nel Pagliarelli di Palermo.
ll documento ha visto l’approvazione da parte del Ministero della Giustizia–Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), che ha siglato in questi giorni il protocollo di intesa finalizzato alla diffusione del Programma di educazione alla pace all’interno degli istituti penitenziari Italiani.
L’iniziativa, segue l’incontro organizzato dal senatore Lomuti, membro della commissione giustizia, tenutosi nel Senato della Repubblica alla presenza del Ministro Bonafede e dell’ambasciatore di Pace Prem Rawat.
Il Ministro della Giustizia ha riconosciuto l’importanza del Programma, affermando che verso i detenuti viene così attivato “un percorso di ripensamento sui propri comportamenti, di assunzione di responsabilità e acquisizione di nuova consapevolezza, in funzione del rientro in società, che, come tale, può diventare un’esperienza educativa capace di formare cittadini consapevoli e aperti alla speranza di una vita migliore.
Secondo il senatore Lomuti rieducare i detenuti rappresenta un interesse di tutta la società e che la rieducazione è una opportunità data al condannato di correggere la propria propensione alla antisocialità, di adeguare il comportamento alle regole della convivenza civile, di favorirne in tal modo il reinserimento nella società.
Il Programma di educazione alla pace si pone come modello educativo da recepire in tutte le sedi istituzionali oltreché un investimento culturale di cui può beneficiare la società nel suo complesso
La Onlus Percorsi, cofirmataria del protocollo e coordinatrice delle attività, ha annunciato che, appena lo consentirà l’attuale emergenza sanitaria, si darà inizio al Programma negli Istituti di pena italiani, al fine di offrire ai detenuti l’opportunità di allargare i propri orizzonti.