Ahmed Samir Santawy è uno studente di master della Central European University (Austria), la cui ricerca si concentra sulla storia dei diritti riproduttivi femminili in Egitto.
Ahmed è stato arrestato dalle autorità egiziane al Cairo durante una visita a casa il 1˚ febbraio ed è stato accusato di “aderire a un’organizzazione terroristica”, “finanziare un’organizzazione terroristica” e “diffondere false notizie sui social media”. Le accuse sono prive di fondamento ed egli si trova ora in detenzione preventiva, estesa tre volte senza rappresentanza legale. Il caso mostra allarmanti similarità con quelli di altri ricercatori e studenti internazionali perseguitati e ingiustamente imprigionati dalle autorità egiziane, come Patrick George Zaki e Walid al-Shobaky.
Il 10 aprile, mentre per Ahmed si concludono oltre due mesi di detenzione preventiva, su mandato della sua famiglia e dei suoi amici e colleghi, la campagna Free Ahmed Samir insieme ad Amnesty International organizzerà delle proteste e degli eventi di solidarietà in giro per il mondo, a Vienna, Berlino, Ghent, Budapest, Malmö, Salisburgo, Tunisi e Beirut. Dove i regolamenti anti-Covid permettono la presenza fisica, le proteste si terranno in luoghi pubblici. Proteste per Ahmed sono già state organizzate in febbraio a Vienna e in marzo a Bruxelles e Berlino.
Dove le proteste fisiche non sono permesse, politici, attivisti, studenti e tutti coloro che vogliono sostenere la causa sono invitati a pubblicare una foto in supporto di Ahmed, taggando l’ambasciata egiziana locale. La campagna ha già raccolto il supporto di persone da più di 15 Paesi in tutto il mondo.
La campagna Free Ahmed Samir è realizzata da diversi studenti che chiedono la liberazione di Ahmed, è guidata da quattro suoi compagni e supportata da oltre 70 volontari. Questi stanno organizzando le proteste insieme ad Amnesty Austria ad altri uffici locali di Amnesty e diversi gruppi di attivisti.
Diverse organizzazioni per i diritti umani, organizzazioni accademiche e associazioni studentesche hanno espresso il proprio supporto per Ahmed. Amnesty International lo considera un prigioniero di coscienza e ha lanciato una petizione per chiedere il suo rilascio immediato. Ritenendo la detenzione di Ahmed un atto contro la libertà accademica, numerosi ricercatori di fama mondiale hanno firmato una petizione per condannare il suo trattamento.
Puoi leggere di più sul caso di Ahmed in inglese, ungherese, italiano e spagnolo qui.
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