Noi, rappresentanti dei Last 20, i paesi più impoveriti del pianeta, riuniti a Reggio Calabria dal 22 al 25 luglio, di fronte al gravissimo stato d’allarme di Madre Terra, sentiamo il dovere di far fronte alle sfide planetarie sul clima partendo dalla prospettiva dei nostri popoli, le prime vittime dei cambiamenti climatici.
In questi giorni, non lontano da qui, a Napoli, i G20, i venti paesi più industrializzati che producono il 90% del Pil mondiale e sono responsabili dell’emissione dell’85% dei gas serra, si sono riuniti per cercare un accordo sul clima. Ma sui 60 articoli dell’accordo sono rimasti bloccati sui due più importanti e fondamentali per contrarrestare la deriva della crisi socio-ambientale: l’accelerazione dei tagli alle emissioni di CO2 e lo stop al “pensionamento del carbone”.
Per dare un presente e un futuro al pianeta vogliamo ricordare ai grandi della terra che siamo soggetti della storia e soltanto riducendo consumi e sprechi nei paesi più ricchi e fermando la rapina delle risorse naturali nei nostri paesi possiamo uscire dalla crisi socio-ambientale e dalla spirale del debito per abbracciare un nuovo modello di sviluppo che dia protagonismo ai nostri comuni sogni e speranze.
Solo così, tutti sulla stessa barca, possiamo salvarci insieme!
I rappresentanti dei Last 20
(Afghanistan, Burkina Faso, Burundi, Repubblica Centrafricana, Ciad, Repubblica Democratica del Congo, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea Bissau, Libano, Liberia, Malawi, Mali, Mozambico, Niger, Sierra Leone, Somalia, Sud Sudan, Yemen)