Comunicato congiunto di Rete delle Città in Comune, Forum Italiano Movimenti per l’Acqua, Attac Italia, Giuristi Democratici, Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata.
Il Ddl concorrenza rappresenta un attacco frontale ai beni comuni e ai diritti delle persone e delle comunità locali, perché prevede la privatizzazione di tutti i servizi pubblici comunali, proprio quei servizi che servono a soddisfare in modo continuativo i bisogni della collettività.
In questi anni, grazie al patto di stabilità, abbiamo assistito a ripetuti tagli dei trasferimenti agli enti locali, con conseguenti esternalizzazioni dei servizi e pesanti effetti sui diritti sociali e del lavoro.
La crisi prodotta dall’epidemia da Covid-19 ha evidenziato tutti i limiti e le ingiustizie di una società unicamente regolata dal mercato e ha posto la necessità di ripensare il modello sociale, a partire da una nuova centralità dei territori come luoghi primari di protezione dei beni comuni e di realizzazione di politiche orientate alla giustizia sociale e alla transizione ecologica, e dai Comuni come garanti dei diritti, dei beni comuni e della democrazia di prossimità.
E invece il Governo Draghi cerca di usare questa crisi per completare quel processo di privatizzazione e di smantellamento di qualsiasi ruolo e funzione del pubblico, di cui era già fautore quando lo stesso Draghi, nel ruolo di Governatore della Banca d’Italia, scrisse, assieme all’allora Presidente della Bce, la famosa lettera del 2011 in cui si indicava come orizzonte la liberalizzazione dei servizi pubblici locali.
A distanza di 10 anni, il governo, sostenuto trasversalmente da PD, Lega, Movimento 5 stelle, tenta l’affondo finale con l’articolo 6 del DDl Concorrenza, in cui si produce un totale e definitivo ribaltamento della realtà, indicando la gestione pubblica dei servizi da parte dei Comuni come straordinaria e residuale e l’affidamento al mercato come la normalità della gestione dei servizi. Di tale strategia di privatizzazione il collegamento alla legge di Bilancio del provvedimento sulla Autonomia Differenziata rappresenta il completamento istituzionale; pertanto respingiamo le proposte che differenziano territori e alimentano diseguaglianze. La negazione dei diritti universali genera automaticamente strategie fondate sulle privatizzazioni.
Siamo di fronte allo smantellamento completo della funzione pubblica e sociale dei Comuni, costretti al ruolo di enti unicamente deputati a mettere sul mercato i servizi pubblici di propria titolarità, con grave pregiudizio dei propri doveri di garanti dei diritti della comunità di riferimento.
Si prova così al contempo a cancellare la volontà della maggioranza assoluta delle cittadine e cittadini che, nel giugno del 2011, con il referendum sulla materia della gestione dei servizi pubblici, si è pronunciata nettamente contro la privatizzazione dei servizi pubblici locali e per la sottrazione degli stessi, a partire dall’acqua, alle dinamiche di profitto.
Riteniamo che a fronte di questo attacco serva una urgente ed ampia mobilitazione, che veda insieme enti locali (per questo abbiamo preparato atti, da presentare nei consigli comunali, che chiedono lo stralcio dell’ articolo che privatizza i servizi pubblici locali) movimenti, sindacati, associazioni, per il ritiro immediato di quanto contenuto nel provvedimento in questione e un rilancio della difesa dei beni comuni e della gestione pubblica dei servizi, sia a livello nazionale che dentro tutti i territori.
Rete delle Città in Comune
Attac Italia
Forum Italiano Movimenti per l’Acqua
Giuristi Democratici
Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata